Il furto è uno dei reati più comuni nel nostro Paese, ma da oggi potrebbe esserci un’attenuante in uno specifico caso, ecco quale.
Il furto è un reato previsto dal codice penale italiano e consiste nell’appropriazione indebita di cose mobile altrui, sottratte al legittimo possessore.
La pena prevista per questo reato varia in base alla gravità del fatto e al valore della cosa rubata, può andare da una semplice sanzione pecuniaria a lunghe pene detentive. Da oggi, però, potrebbe esserci un’attenuante per questo reato e la pena potrebbe ridursi notevolmente.
Ecco in quale caso potrebbe esserci un’attenuante per il reato di furto
Quando si commette un reato e si teme una condanna ci si aggrappa spesso alle perizie psichiatriche che possano giustificare l’illecito penale con una situazione di incapacità di intendere e volere. A riguardo, ci si chiede se la cleptomania sia un valido motivo di assoluzione per il reato di furto. Di tanto si è occupata di recente la Cassazione con una interessante sentenza.
La cleptomania è un disturbo compulsivo-ossessivo caratterizzato dalla necessità irresistibile di rubare oggetti senza alcun valore utilitario. Non si tratta di una scelta volontaria, ma di un impulso incontrollabile e difficile da contrastare.
La cleptomania si può manifestare in diverse forme, come il furto di oggetti di piccole dimensioni, come penne o portafogli, o di beni più costosi, come gioielli o elettronica. A volte, le persone affette da cleptomania possono rubare anche quando hanno già tutto ciò di cui hanno bisogno o addirittura quando non hanno bisogno di nulla.
Tuttavia, la cleptomania può incidere sull’imputabilità per il reato di furto nel caso in cui si riesca a dimostrare che il reato è stato posto in essere per un impulso improvviso e non controllabile. La Cassazione, ad esempio, ha confermato la condanna per furto aggravato di una taccheggiatrice di vestiti, sostenendo che la malattia non giustificava il suo comportamento criminale.
In questo senso, la cleptomania può essere utilizzata come una scusa per ottenere l’assoluzione, ma solo se sussistono le prove medico-psichiatriche che il comportamento del soggetto è stato effettivamente causato da un desiderio improvviso, imprevedibile e impossibile da frenare.
Cosa ne pensa la Cassazione della cleptomania?
La Cassazione non ha una posizione ufficiale sulla cleptomania. Tuttavia, in alcune sentenze, ha preso in considerazione la cleptomania come possibile attenuante per il reato di furto, ma non come una giustificazione del comportamento criminale. Ciò però solo nel caso in cui il comportamento criminale sia stato effettivamente causato da un impulso incontrollabile e non premeditato.
Le cause della cleptomania sono ancora poco comprese, ma si ritiene che possano essere legate a fattori biologici, psicologici e ambientali. Alcuni studi suggeriscono che la cleptomania possa essere associata a problemi di salute mentale come la depressione, l’ansia o il disturbo bipolare. Inoltre, alcune persone possono sviluppare la cleptomania a seguito di un trauma, come una violenza subita o un lutto.