La scoperta di nuove terapie contro l’Alzheimer potrebbe aver generato una speranza a tutte le persone affette, purtroppo, da questa grave malattia.
L’Alzheimer è una malattia neurodegenerativa progressiva che colpisce il cervello, causando problemi di memoria, pensiero e comportamento. È la forma più comune di demenza tra gli anziani e colpisce circa il 5% delle persone sopra i 65 anni.
Attualmente non esiste una cura per l’Alzheimer, ma ci sono trattamenti disponibili per aiutare a gestire i sintomi e migliorare la qualità della vita delle persone colpite. Grazie alla ricerca, però, sembrerebbe esserci una speranza contro questa terribile malattia.
Le nuove terapie contro l’Alzheimer lasciano ben sperare
Uno studio della University of East Anglia, pubblicato sulla rivista Alzheimer s Research & Therapy, ha rilevato che la terapia ormonale sostitutiva può ridurre il rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer nelle donne predisposte alla patologia.
Lo studio mostra che l’uso della terapia ormonale sostitutiva è associato a una migliore memoria, cognizione e maggiori volumi cerebrali in età avanzata tra le donne portatrici del gene APOE4, il gene fattore di rischio più forte per l’Alzheimer.
Il gruppo di ricerca ha scoperto che la terapia ormonale sostitutiva era più efficace se introdotta all’inizio del percorso della menopausa è più precisamente durante la perimenopausa, fase di transizione verso la menopausa stessa.
Lo studio è stato completato su molti Paesi
Il team di ricerca ha studiato i dati di 1.178 donne che hanno partecipato a un’iniziativa europea per la prevenzione della demenza di Alzheimer, istituita per studiare la salute cerebrale delle partecipanti nel tempo. Il progetto ha attraversato 10 Paesi e ha monitorato a livello cerebrale coloro che vi hanno preso parte, da quando erano sani a quando invece per alcuni è arrivata la diagnosi di demenza.
Il team di ricerca ha analizzato i risultati per approfondire l’impatto della terapia ormonale sostitutiva sulle donne portatrici del genotipo APOE4.
“Abbiamo scoperto che l’uso della terapia ormonale sostitutiva è associato a una memoria migliore e a volumi cerebrali maggiori tra le portatrici del gene APOE4 a rischio. Le associazioni erano particolarmente evidenti quando la terapia ormonale sostitutiva è stata introdotta precocemente, durante la perimenopausa“. Queste sono state le parole della dottoressa Rasha Saleh, una delle autrici della ricerca.
Il prossimo passo per gli studiosi consisterà nell’effettuare uno studio di intervento per confermare l’impatto dell’inizio precoce della terapia ormonale sostitutiva sulla cognizione e sulla salute del cervello.