Il 2023 inizia con alcune novità per le pensioni, ma non solo. In questo articolo andremo a vedere nel dettaglio cosa cambierà dal nuovo anno.
La mini riforma sulle Pensioni 2023, inserita nella Manovra di Bilancio, è stata approvata definitivamente dal Parlamento il 29 dicembre 2022 ed è nata sotto la bandiera politica del governo Meloni.
Tra conferme e molte novità, l’esecutivo ha preso alcune decisioni per evitare il ritorno secco alla Legge Fornero dal 1° gennaio 2023. Ma non solo.
Ecco cosa succede con le pensioni dal 2023
Quota 103 con almeno 62 anni di età e 41 di contributi, una rimodulazione delle percentuali di rivalutazione delle pensioni rispetto all’inflazione, una stretta su Opzione donna e l’innalzamento delle pensioni minime a 600 euro limitato agli over 75: sono alcune delle novità in arrivo nel 2023 in attesa che si apra il confronto tra Governo e parti sociali a gennaio per arrivare a una riforma complessiva del sistema previdenziale che non si limiti come è accaduto negli ultimi 11 anni, da quando quindi è entrata in vigore la riforma Fornero, a limitati aggiustamenti.
Si conferma invece la possibilità di andare a riposo con 67 anni di età non essendo aumentata l’aspettativa di vita e con 42 anni e 10 mesi di contributi indipendentemente dall’età anagrafica (oltre a tre mesi di finestra mobile).
Tutte le regole per il pensionamento in vigore dal 2023
– QUOTA 103: Chi ha almeno 62 anni di età e 41 di contributi potrà andare in pensione con una finestra mobile di tre mesi nel caso del lavoro privato e sei in quello pubblico (sette mesi per chi ha raggiunto i requisiti a dicembre). La platea totale è di circa 50mila persone ma è probabile che coloro che effettivamente la useranno siano molte meno della metà (come è accaduto per Quota 100).
– RIVALUTAZIONE: per l’anno prossimo è un tema rilevante visto l’andamento dell’inflazione nel 2022. I redditi da pensione fino a quattro volte il minimo (2.101,52 euro al mese lordi) riceveranno la rivalutazione completa (il 7,3%). Per gli assegni tra le quattro e le cinque volte la rivalutazione sarà dell’85%; sarà del 53% per gli assegni tra le cinque e le sei volte il minimo per poi scendere al 47% per quelle tra sei e otto volte il minimo, al 37% per quelle tra otto e dieci volte e al 32% oltre le 10 volte.
– MINIME A 600 EURO: per gli over 75 e solo per il 2023 le pensioni minime (quelle che nel 2022 valevano 525 euro) saranno portate a 600 euro (invece che a 563 come sarebbe stato con la rivalutazione completa, fissata al 7,3%).
– OPZIONE DONNA: l’età di accesso alla misura che prevede il calcolo dell’assegno interamente con il calcolo contributivo sale a 60 anni (sempre con almeno 35 di contributi) ma con la possibilità di uno sconto di un anno per ogni figlio fino a un massimo di due anni. La possibilità di utilizzare la misura sarà limitata alle donne in una situazione di svantaggio ovvero coloro che sono state licenziate, hanno una disabilità di almeno il 74% o sono care givers.
– RIMODULAZIONE COEFFICIENTI: Nel 2023 cresceranno i coefficienti di trasformazione del montante contributivo per il calcolo della pensione a causa della riduzione della speranza di vita dopo l’aumento della mortalità dovuta al Covid . Ciò significa che chi uscirà l’anno prossimo avrà una rendita più alta, a parità di età e contributi, rispetto a quella di chi è uscito nel 2022. A 67 anni il coefficiente è 5,723 a fronte del 5,575 del biennio 2021-2022, più alto anche del triennio 2016-18 (5,700).