I bambini sono sempre i più colpiti dall’influenza ed il vero motivo si nasconde in questi piccoli particolari, che forse non hai mai saputo.
Come sappiamo, in questo periodo si riaffaccia come ogni anno il rischio di prendere l’influenza di stagione, e ad essere colpiti sono in gran parte i bambini. I sintomi possono essere da lievi a severi ed i più comuni sono febbre, faringodinia (mal di gola), naso che cola, dolori ai muscoli e alle articolazioni, cefalea, tosse e malessere generale.
Nei bambini ci possono essere nausea e vomito, che in realtà non sono comuni nell’adulto. La nausea e il vomito sono presenti più comunemente in infezioni gastroenteriche non correlate al virus dell’influenza, che a volte, in maniera inappropriata, sono chiamate influenza intestinale.
I dati influenzali della stagione 2022-2023
Secondo il rapporto settimanale della Sorveglianza InfluNet, coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) in collaborazione con il Ministero della Salute, il numero di casi di sindromi simil-influenzali (ILI) in Italia è in sensibile aumento.
Nella 47° settimana del 2022 (21-27 novembre), infatti, l’incidenza è pari a 12,9 casi per mille assistiti (9,5 nella settimana precedente). Per quest’ultima settimana, i casi stimati di sindrome simil-influenzale, rapportati all’intera popolazione italiana, sono circa 762.000, per un totale di circa 2.552.000 casi a partire dall’inizio della sorveglianza.
Aumenta l’incidenza in tutte le fasce di età, ma risultano maggiormente colpiti i bambini al di sotto dei cinque anni con 80.479 casi registrati solo nella 47° settimana e circa mezzo milione a partire da inizio sorveglianza. L’incidenza è pari a 40,8 casi per mille assistiti (29,6 nella settimana precedente). In tre delle Regioni che hanno attivato la sorveglianza InfluNet (Lombardia, Emilia-Romagna, Umbria) l’incidenza ha superato la soglia del livello di entità molto alta.
Ecco perché i bambini sono i più colpiti
L’influenza colpisce ogni stagione invernale fino al 30% dei soggetti di età pediatrica. Tra i motivi troviamo sicuramente la mancanza di precedenti esperienze immunologiche, la relativa immaturità del sistema immunitario e la partecipazione ad attività scolastiche, ludiche e sportive con conseguente rischio aumentato di contagio.
Inoltre, non dimentichiamo il lungo periodo dal quale proveniamo, che ha messo tutti a maggiore rischio: dopo due anni di scarsa circolazione virale a cause della massicce misure di prevenzione, i soggetti non vaccinati hanno avuto ben poche possibilità di tenere sufficientemente alte le difese immunitarie.
Infine, a rendere più probabile la possibilità di un numero molto elevato di casi di influenza sta il fatto che quest’anno è prevista la circolazione di virus influenzali diversi da quelli che erano presenti negli anni precedenti. Ciò rende la protezione indotta dai vaccini utilizzati in quei periodi molto meno efficace, anche nei bambini.