(VIDEO) Come cuocere l’uovo in camicia facilmente, segui il video e non sbaglierai più

Oggi andremo a vedere come cuocere l’uovo in camicia, basta solamente seguire il video e non sbaglierai di certo.

L’uovo in camicia è una preparazione culinaria dell’uovo consistente nel gettarlo crudo e sgusciato in acqua bollente (acidificata con aceto) e mantenervelo per almeno 3 minuti.

Ecco come cucinare uovo in camicia
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L’uovo in camicia si mangia abitualmente con un’insalata verde, di valeriana, di pomodoro oppure caldo con salsa, pancetta e crostoni di pane.

Ecco come cucinare perfettamente un uovo in camicia

Gli ingredienti per l’uovo in camicia sono: 4 uova, 10 gr di aceto di vino bianco e sale grosso.

Per prima cosa riempite un tegame capiente con l’acqua, lasciando 4-5 cm dal bordo. Successivamente, accendete il fuoco moderato e poi versate l’aceto di vino bianco e il sale grosso. Quando il sale si sarà sciolto e l’acqua inizierà a bollire leggermente, abbassate la fiamma e con un cucchiaio mescolate sempre nello stesso verso per creare un vortice nell’acqua.

Rompete un uovo in una ciotolina e versatelo al centro del vortice, lasciate cuocere l’uovo per 2 minuti, senza muovere l’uovo: otterrete un tuorlo liquido. Infine, scolate delicatamente l’uovo con l’aiuto di una schiumarola e adagiatelo su un piatto. Le vostre uova in camicia sono finalmente pronte per essere gustate ancora calde!

L’uovo è un alimento consumabile direttamente o come ingrediente in numerosi piatti delle cucine di tutto il mondo. Il più utilizzato è l’uovo di gallina, ma si consumano anche le uova di altri volatili: quaglia, anatra, struzzo, oca, eccetera. Nell’uso corrente il termine “uovo” senza altre precisazioni indica quello di gallina. Si consumano anche uova di pesci (caviale, uova di lompo, bottarga), di tartarughe, di vari rettili, di molluschi (lumache), e di insetti.

Le qualità alimentari dell’uovo sono state apprezzate dall’essere umano sin dall’antichità; già nell’Antico Egitto si allevavano polli e fu inventato un sistema artificiale di incubazione delle uova, come testimoniano lo storico greco Diodoro Siculo nella narrazione di un suo viaggio in Egitto e il letterato romano Varrone in Rerum rusticarum libri.

I Cartaginesi, come narra Massimo Montanari nella Storia dell’alimentazione, mangiavano invece uova di struzzo. Anche i Greci consumavano uova di gallina, tant’è che il medico greco Galeno affermava che nella dieta di una persona anziana non dovevano mai mancare. Presso i Romani le uova di gallina, insieme a pane, olive e vino, componevano l’antipasto (gustatio) della cena, tanto che facevano parte di un detto (ab ovo usque ad mala, cioè “dall’uovo alle mele”) che denotava il tipico pasto completo.

Nell’ambito della tecnica pittorica, la chiara d’uovo ha trovato impiego per la preparazione dell’amalgama (detta bolo) necessario per la doratura dei dipinti su tavola lignea, elemento caratteristico dell’arte sacra.

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