Recentemente é stato scoperto un veleno nel fumo che mette a serio rischio la salute.
La notizia ha sconvolto migliaia di persone ed ora conosciamo un nuovo veleno contenuto nel fumo, che mette a rischio la nostra salute.
Le sostanze chimiche che si creano nella combustione del tabacco sono oltre 7.000. Infatti, durante il recente XVII Congresso Nazionale della Società Italiana di Tabaccologia, svoltosi a Milano con il patrocinio di Fondazione Umberto Veronesi, si è parlato delle tantissime sostanze pericolose presenti nel tabacco.
Scoperto un nuovo veleno nel tabacco
Nelle piante di tabacco, ha spiegato Giovanni Pistone (responsabile Centro di trattamento del tabagismo A.S.L. di Novara) al Congresso SITAB, sono stati identificati ben 24 tra metalli, metalli di transizione e non metalli, tramite metodiche analitiche come il sincrotrone (gli acceleratori di particelle che svolgono un ruolo chiave nella ricerca applicata alla scienza dei materiali), l’HPLC (un’altra analisi per il rilevamento della presenza di metalli) e la spettrometria di massa (possibilità di separare una miscela di ioni in funzione del loro rapporto massa/carica generalmente tramite campi magnetici statici o oscillanti).
Al di là dei tecnicismi, ciò che è rilevante è la presenza di metalli pesanti considerati altamente tossici per l’uomo e per l’ecosistema: arsenico, cadmio, cromo, piombo, polonio e nichel. Si trovano nei prodotti da fumo, nei tessuti, nel sangue, nel respiro dei fumatori, e nei mozziconi lasciati nell’ambiente.
Proprio per la loro tossicità, la quantità di metalli pesanti nel prodotto finale della lavorazione del tabacco è oggetto di monitoraggio e regolamentazione in base alle raccomandazioni degli articoli 9 e 10 della Convenzione quadro dell’OMS per la lotta al tabagismo, adottata in 117 paesi del mondo, e di altri Enti Governativi Internazionali, come ad esempio la U.S. Environmental Pollution Association.
“Anche se in realtà la stessa presenza di metalli è di per sé pericolosa, a prescindere dalla quantità“. Queste sono state le parole di Giovanni Pistone.
Si tratta sostanzialmente di sostanze annoverate tra quelle notoriamente cancerogene di prima o seconda classe, ovvero quelle per cui ci sono sufficienti evidenze di cancerogenicità negli esseri umani e quelle per cui ci sono limitate evidenze di cancerogenicità negli esseri umani, ma sufficienti evidenze negli animali di laboratorio. In entrambi i casi si tratta di sostanze potenzialmente molto impattanti sulla nostra salute e da cui, quindi, bisogna stare alla larga. A cominciare dall’arsenico, sostanza cancerogena di classe 1.
“Presente nella sua forma trivalente inorganica fino all’80% nell’aerosol del fumo da tabacco. L’arsenico è corresponsabile di acrocianosi, carcinogenesi cutanea e polmonare, ossia mutazione del materiale genetico di cellule normali e tossicità epatica e neurologica. Inibisce, inoltre, i meccanismi di riparazione cellulare del DNA, procura danni alla fertilità femminile e, nei fumatori, alti livelli ematici di arsenico sono associati al peggioramento significativo delle capacità respiratorie“, conclude Pistone.