I dati su una possibile catastrofe nucleare in Italia, fanno tremare tutte le persone.
La bomba atomica è il nome con cui viene comunemente indicata la bomba a fissione nucleare e, negli ultimi giorni, sono usciti dei dati terrificanti per l’Italia.
Il funzionamento di questi ordigni si basa sulla reazione di fissione nucleare, ossia un processo di divisione del nucleo atomico, che avviene in un elemento pesante detto fissile, in due o più nuclei di massa inferiore, a seguito dalla collisione con un neutrone libero.
I dati paurosi in Italia
Secondo IRIAD (Istituto di Ricerche Internazionali Archivio Disarmo), solamente nelle prime ore di una guerra nucleare, si conterebbero almeno 34 milioni di morti nel mondo, anche se fossero usate armi atomiche “tattiche”, cioè meno potenti ma pur sempre catastrofiche. I missili russi, infatti, colpirebbero obiettivi sensibili ed in Italia potrebbero essere le basi aeree e navali e i comandi Nato.
Nel nostro Paese verrebbero attaccate le basi di Ghedi (Brescia) e Aviano (Pordenone), dove sono alloggiate circa 40 testate nucleari. Poi, missili russi di tipo Sarmat, potrebbero essere lanciati contro centri militari a Vicenza (Caserma del Din e Caserma Ederle), Livorno (Camp Darby), Gaeta, Napoli (Naval Support Activity), Taranto, Sigonella (Naval Air Station).
Secondo la simulazione della rivista on line di Archivio Disarmo ”Iriad review. Studi sulla pace e sui conflitti”, in Italia le armi nucleari provocherebbero almeno 55mila morti e oltre 190mila feriti, soprattutto nelle città che ospitano gli obiettivi.
Una stima approssimativa prevede a Napoli circa 21mila morti e 109mila feriti, a Vicenza 12mila morti e 45mila feriti, a Gaeta 12mila morti e 5mila feriti, a Taranto 7500 morti e quasi 27mila feriti. Oltre alla tragedia umana, si aggiungerebbe il blocco dell’intera società, dall’ambito economico alle infrastrutture distrutte. L’intera Penisola sarebbe colpita dal fall out nucleare e dalla persistenza delle radiazioni.
Archivio Disarmo per fare questa tragica stima ha utilizzato il modello di scenario elaborato da Alex Wallerstein ed applicato dall’Università di Princeton in caso che i russi ricorressero ad armi nucleari infrangendo così il patto non scritto che trattiene le potenze nucleari dall’usarle per prime.
“L’interrogativo è drammaticamente attuale perché da esso dipende l’interruzione o al contrario l’intensificazione di un’escalation nucleare. In quest’ultimo caso si passerebbe dalle testate tattiche a quelle a medio raggio (oltre 500 km.) dirette alla regione europea e da queste a quelle strategiche, dirette ai territori delle due maggiori potenze nucleari, gli Stati Uniti e la Russia“. Queste sono le parole di Fabrizio Battistelli, presidente di Archivio Disarmo.