L’uva bianca e l’uva nera non sono uguali e si sta mangiando quella sbagliata.
L’uva è il frutto della vite e ne esistono alcune tipologie differenti. L’uva commestibile è detta da tavola, ma ci sono anche l’uva da vino e l’uva passa. L’insieme dei frutti prende il nome di grappolo.
Comunemente esistono due tipologie diverse di uva: l’uva bianca e quella nera. Nel primo caso, gli acini che compongono il grappolo sono di colore verde o giallo; nel secondo caso hanno un colore che varia dal rosso al viola scuro, quasi nero.
Le differenze fra uva bianca e uva nera
Le varietà più diffuse e apprezzate dell’uva bianca sono l’uva Italia e quella Regina. Queste tipologie di uva sono quelle più apprezzate da consumare fresche grazie al loro sapore dolce. Proprio per questo motivo, infatti, l’uva bianca è più diffusa sulle tavole dei consumatori, rispetto all’uva nera, che invece viene maggiormente apprezzata per vinificare.
L’uva senza semi, invece, nasce spontaneamente in seguito ad un fenomeno naturale che non fa produrre i semi all’uva ed, in questo caso, si parla di uva apirena o uva apirene. Nonostante l’assenza di semi, però, l’uva apirena conserva le stesse caratteristiche nutrizionali dell’uva tradizionale e può essere una valida alternativa per chi tende a scartare i semi o soffre di disturbi intestinali.
Le proprietà nutrizionali dell’uva non subiscono grandi differenze rispetto alla tipologia. Le principali differenze tra uva bianca e uva nera consistono nel fatto che l’uva bianca risulta essere più zuccherina e di conseguenza più piacevole da gustare. L’uva nera, invece, è più ricca di antiossidanti (in particolare di resveratrolo) e sembra quindi più benefica per la nostra salute. L’apporto di vitamine e minerali, invece, è piuttosto simile mentre, come abbiamo visto, l’uva bianca contiene più calorie di quella nera.
Il consumo di uva, proprio grazie alla presenza di polifenoli, è stato associato ad un ridotto rischio di sviluppare patologie cardiovascolari. I polifenoli, infatti, aiutano ad abbassare il colesterolo LDL (il cosiddetto “colesterolo cattivo”) ed aiutano a ridurre i livelli di trigliceridi. Inoltre, il vino rosso, consumato con moderazione, è stato associato ad una diminuzione dell’assorbimento del colesterolo.
Anche le fibre ed il potassio supportano la salute del cuore. Infatti, l’aumento dell’assunzione di potassio e la diminuzione del consumo di sodio, è il cambiamento alimentare più importante che una persona può fare per ridurre il rischio di sviluppare le malattie cardiovascolari. Inoltre, l’assunzione di potassio è associata anche alla riduzione del rischio di ictus, protegge dalla perdita di massa muscolare, conserva la densità minerale ossea e riduce la formazione dei calcoli renali.