Moltissime persone si sono appassionate alla storia incredibile di questo ragazzo.
Il giovane ha deciso di raccontare la sua storia a Milano Today e molte persone lo hanno seguito in questa avventura.
Il racconto di questo ragazzo, infatti, è davvero incredibile e unico, ed ha battuto addirittura un nuovo record italiano.
La straordinaria storia del giovane ragazzo
Federico Pessina, 23 anni, ha deciso di lasciare Milano per andare a vivere nel rifugio Chiavenna, quota 2.040 metri, in Val di Spluga (Sondrio). Il ragazzo ha vinto il bando del Cai per ottenerne la gestione ed è diventato il più giovane rifugista d’Italia.
“Abitavo a Paderno Dugnano (Milano), poi, seguendo la mia passione per la montagna, appena dopo la maturità, ho iniziato a lavorare al rifugio Gianetti in Val Masino (Sondrio) e lì mi sono innamorato del lavoro del rifugista“.
Federico parla, anche, di come si sta a 2mila metri di altezza.
“Sicuramente è diverso dall’idea di isolamento in ‘stile Heidi’ che avevo in mente, ma è altrettanto appassionante. Al Gianetti ho conosciuto molti alpinisti e amanti della montagna. Essere parte di quella montagna e vedere la felicità degli alpinisti e amanti della montagna rendeva felice anche me“.
Inoltre, il giovane spiega come è divenuto il rifugista italiano più giovane di sempre.
“Ho fatto esperienze anche in altri rifugi. Lo scorso anno, poi, è uscito il bando del Cai per l’assegnazione del loro Rifugio Chiavenna. Ho partecipato senza avere molte speranze vista la giovane età; fortunatamente però mi è stata assegnata la gestione“.
Il ragazzo chiarisce anche l’idea di solitudine.
“Il Chiavenna è un rifugio frequentato sia da alpinisti/appassionati di montagna che passano da noi per raggiungere il Pizzo Stella attraverso vie più o meno impegnative sia da famiglie che vengono da noi con i bambini e si fermano per uno o più giorni. Si arriva solamente a piedi, da Fraciscio o da Madesimo, distanti circa un’ora e mezzo di sentiero senza difficoltà. Non mi sento mai solo, questo è un lavoro in cui si sta molto a contatto con le persone se non quando piove, momento utile per riposare e ricaricarsi per i momenti di lavoro intenso“.
Infine, conclude sulla possibilità di un lavoro in ufficio.
“In ufficio sicuramente no. Sono andato via da Paderno proprio perché fuori dalla natura e dalle montagne mi sento come in gabbia, mi piace però tornarci visto che lì ho gli amici e la mia fidanzata“.