Il mondo sta ancora combattendo con il Covid-19, e l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha parlato con chiarezza riguardo le verità sui vaccini contro la malattia.
Dal 2020 il mondo è cambiato, con l’esplosione della pandemia da Coronavirus che ha bloccato per 3 mesi le persone di quasi tutto il globo in casa.
La storia ricorderà senza dubbio l’anno 2020, e i libri di storia delle generazioni future avranno ben chiara questa data.
Vaccini anti-Covid, l’OMS: “molte fake news”
Milioni di morti in tutto il mondo, e cittadini chiusi in casa per 3 mesi senza poter più portare avanti la vita quotidiana alla quale erano abituati. Il 2020 resterà indelebile nelle nostre menti.
In questi 2 anni dall’inizio della pandemia, il virus del Covid-19 non ha mai cessato di esistere e diffondersi, con molte varianti che nel frattempo si affacciano e mettono a dura prova i ricercatori, che nel frattempo hanno messo in atto i vaccini per contrastare gli effetti dannosi del Coronavirus.
A questo si è aggiunto il problema, continuamente monitorato, degli effetti del cosiddetto “long Covid”, ovvero tutti i problemi e patologie che risultano presentarsi a molte persone anche dopo mesi dalla negativizzazione.
Una revisione di studi pubblicata sul Bollettino dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, evidenzia ora però un altro problema, che è nato dall’inizio della pandemia: quello dell’informazione, o meglio della disinformazione. Lo studio, infatti, evidenzia come il il 51% dei post associati ai vaccini veicolava proprio disinformazione.
E’ risaputo che le informazioni e le interpretazioni riguardanti una malattia si moltiplicano ogni qualvolta si presenti, e l’effetto è chiaramente amplificato quando si parla di eventi globali come questa pandemia da Covid-19.
Noi stessi abbiamo potuto vedere come le notizie sulla malattia e sui vaccini, ci abbiano bombardato ogni giorno, sui canali tv, radio e su internet, creando spesso confusione. Internet soprattutto, ed in particolare i social network, sono diventati un luogo in cui tutti esprimono la loro idea, e pubblicano notizie con fonti poco chiare. Ma al contrario, e se utilizzati bene, possono aiutare a smontare le notizie false.
Il risultato secondo l’OMS, è che le errate interpretazioni sulle informazioni, portano spesso le persone a dubitare e ritardare, come nel campo dei vaccini, l’avanzamento della campagna di sensibilizzazione. Comparando i risultati sulla percentuale di disinformazione sanitaria su Twitter, Facebook e Instagram, è emerso che conteneva informazioni imprecise o fuorvianti fino al 51% nei post associati ai vaccini, fino al 28,8% nei post sul Covid-19 e fino al 60% in post sulle pandemie. Anche Youtube, analizzato, ha mostrato dei video sulle malattie infettive con un 20-30% di informazioni imprecise.
Gli autori della revisione hanno spiegato che “la sovrapproduzione di dati da più fonti, la qualità delle informazioni e la velocità con cui le informazioni vengono diffuse creano impatti sociali e sanitari. Promuovere e diffondere informazioni sanitarie affidabili è fondamentale per superare le informazioni sanitarie false o fuorvianti”.