I primi forni a legna risalgono ai tempi dell’antico Egitto, mentre nel 1891 nascono in Inghilterra i primi forni elettrici. Fu nel 1946 che la Raytheon brevettò il processo di cottura a microonde, e l’anno successivo uscì in commercio il primo esemplare, chiamato Radarange. Oggi il forno a microonde e il forno elettrico non vengono sempre utilizzati nel modo corretto; ecco quali sono gli errori da evitare.
Oggi nelle nostre cucine i principali tipi di forni per cuocere sono due: il forno elettrico e il forno a microonde. Spesso però non è chiara la differenza tra i due, e quindi nemmeno il corretto utilizzo sia dell’uno che dell’altro. A fare da guida tra questi importanti elettrodomestici è la Candy.
Forno a microonde e forno elettrico sono molto diversi, e quindi anche gli utilizzi. Il forno elettrico cuoce gli alimenti grazie alle due resistenze elettriche poste nella parte superiore ed inferiore del forno stesso, e attraverso 3 modalità: grill, ventilata e statica. Il forno a microonde, a differenza di quello elettrico, produce onde elettromagnetiche che riscaldano le molecole d’acqua presenti nei cibi, permettendo così la cottura.
Nel forno a microonde i cibi vengono scaldati dall’interno, mentre con quello elettrico dall’esterno. Il primo si sceglie principalmente perché piccolo e si può spostare, mentre quello elettrico generalmente fa parte del mobile cucina ed è incassato. Il microonde ha tempi di cottura più rapidi, ed è utile per scaldare o cucinare cibi in piccole quantità, ma non ha la funzione grill come quello elettrico. Il microonde viene spesso utilizzato per scongelare, quindi è utilissimo per chi ha fretta di preparare un piccolo pasto in poco tempo.
Oggi in commercio esistono dei forni che offrono la possibilità di unire entrambi i vantaggi; sono i forni a microonde combinati, che oltre alla classica cottura a microonde, sono dotati di funzione grill e ventilata come un forno elettrico.
Spesso si parla dei possibili rischi per la salute utilizzando il forno a microonde, ma a spiegare bene come stanno le cose ci ha pensato la Fondazione Veronesi, che si occupa delle malattie cancerogene. “I forni a microonde scaldano il cibo grazie all’azione di radiazione a radiofrequenza, dotata di una bassa quantità di energia. Solo le radiazioni ad alta energia hanno potere ionizzante, cioè sono in grado di modificare la struttura subatomica della materia e quindi di indurre alterazioni del DNA che possono aumentare il rischio di cancro. Il cibo scaldato al microonde non è radioattivo, proprio perché non è sottoposto a radiazioni ionizzanti“.
Secondo gli esperti, dal punto di vista nutrizionale sarebbe addirittura meglio cuocere col microonde rispetto ai metodi classici. Il solo eventuale rischio per la salute è legato all’eventuale cattiva conservazione dei cibi e al conseguente riscaldamento con questo sistema, poco attivo contro i microrganismi. Il microonde infatti è meno efficace della cottura classica nell’eliminare eventuali batteri o tossine che possono essere presenti nel cibo mal conservato.