Internet è parte della nostra quotidianità, ed è entrato davvero in ogni aspetto della nostra vita. Non c’è attività che non sia stata toccata dal web, e la rivoluzione sembra non finire. E’ in arrivo un’ultima novità che davvero sarà rivoluzionaria, e che supererà un confine già molto grande. Vediamo di cosa si tratta.
Wireless (che in inglese vuol dire senza fili) è un termine utilizzato in informatica e telecomunicazioni per indicare una comunicazione tra dispositivi elettronici che non fa uso di cavi. La sua entrata nel mondo di internet è stata importantissima, ed ha migliorato enormemente l’utilizzo della rete in tutto il mondo.
L’Italia è ancora leader nel campo delle tecnologie fotoniche per comunicazione, sensoristica e biomedicale, e questa ultima scoperta lo prova. La collaborazione infatti che riguarda questa nuova ricerca nel campo di internet, porta la firma del Politecnico di Milano e condotta in collaborazione con la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, l’Università californiana di Stanford e quella britannica di Glasgow, nell’ambito del progetto europeo Superpixel.
Si tratta di un chip in silicio, delle dimensioni di 5 millimetri, che riesce a ricevere separatamente i fasci di luce grazie a una moltitudine di microscopiche antenne ottiche e li manipola, ordinandoli, grazie a una rete di interferometri integrati. Il chip permette, eliminando le interferenze tra i fasci di luce, di gestire grandi quantità di informazioni – almeno 100 volte maggiore rispetto agli attuali wireless ad alta capacità, di oltre 5000 GHz.
Secondo la rivista Light: Science & Applications, il chip permette di separare fasci di luce anche se sono sovrapposti fra loro e se la forma con cui arrivano a destinazione è cambiata e sconosciuta.
Riguardo le applicazioni possibili ha risposto il direttore di Polifab (il centro di micro e nanotecnologie del Politecnico di Milano) Andrea Melloni, specificando che comprendono “sistemi di posizionamento e localizzazione ad elevata precisione per veicoli a guida autonoma, sensoristica e riconoscimento di oggetti a distanza, dispositivi portatili e indossabili per la realtà aumentata e nuove tecniche di indagine per applicazioni biomedicali“.