La cistite è un problema che affligge moltissime donne, un’infiammazione acuta, subacuta o cronica della vescica in genere associata a un’infezione batterica. Questa infiammazione della vescica associata alla cistite, può essere dolorosa e fastidiosa. Spesso però, si lega ad altri disturbi da non sottovalutare. Vediamo nello specifico.
“Una donna su due ha sofferto di cistite almeno una volta nella vita e il farmaco che le è stato prescritto era quasi sempre un antibiotico e non sempre quello giusto“, ha spiegato la Fondazione italiana continenza (Fic).
A quante di noi sarà capitato di avere uno stimolo persistente, frequente e urgente a urinare in piccole quantità e una sensazione di bruciore durante la minzione? A volte poi il dolore è abbastanza persistente, tanto da crearci problemi in normali attività. E’ la fastidiosa cistite, disturbo di cui soffre una donna su due, e che spesso può essere legata a malattie come vulvovaginiti e la vulvodinia.
Cistite post coidale, importante individuarla e trattarla
Generalmente la cistite, se scatenata da un’infezione batterica, viene curata semplicemente con l’assunzione di antibiotici. Ma è fondamentale capire invece da cosa nasce questo disturbo. Ad illuminare su un aspetto particolare è la Prof.ssa Alessandra Graziottin, Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica dell’Ospedale San Raffaele Resnati di Milano e Presidente della Fondazione Graziottin Onlus per la cura del dolore della Donna.
Esiste un tipo di cistite post coitale, quella che si presenta nelle donne sin dalle prime esperienza sessuali e che si manifesta 24-72 ore dopo i rapporti. Questo tipo di cistite, che compare appunto sin dal primo rapporto, era chiamata dai medici antichi “da luna di miele”. La causa è normalmente l’eccessiva contrazione del muscolo elevatore dell’ano, che causa vaginismo. “La fobia di variabile grado del coito, non eccessiva da impedire la penetrazione, è comunque sufficiente a creare uno spasmo muscolare che causa un danno biomeccanico dell’uretra e della base vescicale il cui sintomo clinico è cistite e uretrite“, spiega la Graziottin. Il sintomo aumenta se il partner ha genitali superiore alla media.
La cosiddetta “Inversione del comando” è una emorroide sentinella che ci dice che al momento in cui la paziente dovrebbe distendere il pavimento pelvico, in realtà lo contrae.
Il primo provvedimento terapeutico da adottare è rappresentato dalla valutazione e riabilitazione del pavimento pelvico, per rilassarlo e per trattare la componente biomeccanica che causa dolore. Da evitare il laser e altre tecniche di dubbia utilità, secondo la dottoressa. Il provvedimento terapeutico da affiancare alla fisioterapia è il riequilibrio del microbiota intestinale e vaginale, attaccato dall’Escherichia coli uropatogeno, il germe che nel 90% dei casi responsabile delle cistiti recidivanti.
Da evitare, se non in caso di cistite emorragica o infezione uretra, l’utilizzo di antibiotici – che vanno a migliorare solo momentaneamente la situazione e non fanno bene alla salute. Possono invece essere efficaci i fitoterapici. Ricordiamo infine che la cistite porta fino al 60% di possibilità di comparsa dei disturbi della vulvovaginite e vulvodinia, malattie ginecologiche che provocano sofferenze alle donne e per le quali è in atto una battaglia per il riconoscimento da parte dello Stato.