Partiamo da questi dati: il 2009-2019 è stato il decennio più caldo mai registrato, e il 2020 è stato il secondo anno più caldo di sempre, al di sotto solamente del 2016. Già questo ci dovrebbe far allarmare. Ma quello che accadrà da oggi ad un lasso di tempo molto breve, cambierà per sempre la vita e le abitudini di ogni essere umano sul pianeta Terra.
Nella storia della Terra, i cambiamenti climatici hanno causato profondi mutamenti del clima. L’Europa ha attraversato diverse fasi glaciali nella sua storia: l’ultima risale a circa 110 mila anni fa.
Si chiama Glaciazione di Würm e ha rappresentato il periodo più freddo, circa 20 mila anni fa. Ma quello che è avvenuto pochi giorni fa, con la caduta di un seracco lungo la parete Nord della Marmolada, ci deve far scattare un allarme importante su cosa sta accadendo al nostro amato pianeta Terra.
Gli scienziati sono stati i primi ad osservare le conseguenze di questi cambiamenti climatici, ma non solo. Alcuni alpinisti non riescono più a percorrere alcune vie per arrivare in cima ad una montagna, poiché le cadute dei seracchi stanno diventando sempre più frequenti. Gli esperti prospettano che ci sarà un aumento della temperatura di 1,5° tra il 2030 e il 2050 senza interventi repentini.
“Il cambiamento climatico non è solo una minaccia, è soprattutto un’opportunità di creare un pianeta più verde e sano. Dobbiamo trovare una transizione senza traumi e una soluzione in cui vincano tutti.” Queste sono le parole di Greta Thunberg, attivista svedese che ha innescato il movimento globale dei Fridays for Future.
Fridays for Future, nato nel 2018, è un movimento internazionale di protesta, composto da studenti che decidono di non frequentare le lezioni scolastiche per partecipare a manifestazioni in cui chiedono azioni per prevenire il riscaldamento globale e il cambiamento climatico.
Gli esperti prevedono che entro il 2100 il livello del mare si alzerà di quasi mezzo metro, i ghiacciai delle montagne del Caucaso, delle Alpi e della Scandinavia perderanno l’80% della massa che hanno oggi e l’offerta di cibo proveniente dalle acque tropicali basse diminuirà di circa il 40%.