La vitiligine, la malattia che colpisce tantissime persone caratterizzata dalla comparsa di macchie chiare sulla pelle, è un disturbo molto comune. Ma con l’arrivo dell’estate ci chiediamo cosa possa succedere se si prende il sole: la risposta arriva dagli esperti e potrebbe sorprendervi.
Circa l’1-2% della popolazione mondiale è colpito dalla vitiligine, un disturbo dunque molto comune che si manifesta senza distinzione di genere e di età. La malattia è dovuta ad un blocco funzionale dei melanociti, ossia le cellule che sono responsabili di produrre il nostro naturale colore di pelle grazie alla melanina.
La sua presenza è molto visibile infatti, poiché le zone del corpo che ne soffrono presentano delle macchie chiarissime, praticamente bianche, più o meno estese. La sua origine potrebbe essere familiare e quindi concatenata ad altri membri dello stesso nucleo, ma la vitiligine può anche sopravvenire in seguito a lesioni particolari della cute.
La pelle dei soggetti portatori di questo disturbo appare molto delicata e si potrebbe pensare che quindi richieda delle cure particolari. Dei recenti studi però, avrebbero portato a galla una verità interessante. Con l’arrivo della bella stagione siamo tutti più esposti al sole: sia che viviamo tra le altre montagne del nord o vicino alle spiagge calde del sud, saremo comunque colpiti dai raggi UVA. Cosa succede a chi ha la vitiligine se è troppo esposto a questi ultimi?
L’esperto spiega una verità innovativa: possiamo sfatare un mito
Da sempre gli esperti ci hanno spiegato come in estate più che mai (e in generale in ogni periodo dell’anno) sia fondamentale proteggere la nostra pelle dai raggi solari. L’esposizione agli UVA infatti, può essere dannosa per qualunque tipo e colore di pelle, danneggiandola irrimediabilmente.
Macchie solari, rughe, scottature: se l’abbronzatura da sogno ci deve costare tutto questo insomma, forse non ne vale la pena. Pensando a chi è affetto da vitiligine però, si può immaginare che il soggetto, proprio perché presenta delle zone di pelle praticamente bianche, possa essere ancora più sensibile ai problemi del sole. In effetti le teorie fino ad oggi hanno sempre sostenuto come un soggetto con questo disturbo sia maggiormente esposto a eritema solare o scottature, e che quindi debba proteggersi con filtri altissimi e indumenti adeguati.
Dall’Università di Milano arriva invece una risposta del tutto innovativa: il professor Marcello Monti del Dipartimento di Dermatologia rivela che recenti studi hanno dimostrato come “i pazienti di vitiligine non subiscono danni di esposizione a differenza di quanto si pensava“. “Possono esporsi al sole con tranquillità“, spiega ancora il docente rassicurando dunque chi convive con questo disturbo della pelle, che non deve necessariamente temere più di chi non ne soffre.
Il prof. spiega inoltre qualcosa di ancora più incomprensibile e sorprendente: “Per un meccanismo non ancora del tutto chiaro, proprio le parti prive di melanociti sembrano meno esposte ai danni degenerativi del sole…le ustioni sono rare, e l’insorgenza di tumori ancora di più“.