Il problema ambientale negli ultimi anni è un tema caldo, soprattutto per quanto riguarda la salvaguardia di fauna e flora che mantengono degli equilibri importanti per gli ecosistemi. Con il tempo l’allarme climatico è aumentato, e quello che è stato scoperto nei mari è davvero preoccupante.
Parliamo dei coralli, piccoli animali chiamati polipi, a forma di cetriolo di mare in miniatura. I coralli spesso formano delle colonie, con uno scheletro comune che per alcune specie diventa la base di una barriera corallina.
Come spiega l’Istituto Oceanografico di Monaco, “le barriere coralline sono composte da molte specie di corallo che insieme formano un ecosistema – un ambiente naturale composto da diverse piante e animali. Le barriere coralline sono tra i più grandi e complessi ecosistemi del pianeta, ospitano migliaia di specie di pesci, ma anche altre specie animali, come granchi, stelle marine, molluschi”.
L’importanza delle barriere coralline per l’ambiente è grandissima, infatti spesso sono dei rifugi per i loro numerosi abitanti, come alghe, pesci e invertebrati, tartarughe marine e squali. La perdita di questi esemplari potrebbe compromettere la capacità delle barriere coralline di far fronte ai cambiamenti climatici, per questo è fondamentale conservare queste specie. Ma quello che sta succedendo nei Caraibi messicani è allarmante.
Uno studio della Universidad Nacional Autonoma del Messico ha lanciato l’allarme, confermando che è in corso un’epidemia di alcune specie di corallo nei Caraibi messicani, con tassi di mortalità fino al 94%. I dati sono stati pubblicati su Communications Biology, e ciò che preoccupa è la rapidità di diffusione della malattia, che tra l’altro era già comparsa nel 2014 in Florida.
Gli esami sulle colonie di coralli hanno evidenziato che delle oltre 29 mila colpite dall’epidemia, il il 17% era già morto e un altro 10% era affetto dalla malattia che causa perdita di tessuto del corallo pietroso. Il risultato è che i coralli perdono colore.
Si stanno perdendo circa un miglio al mese di coralli, soprattutto le specie dei coralli labirintici e dei coralli cerebrali, e in alcuni casi la mortalità è arrivata al 94%. Il problema più grande ora è come correre ai ripari, perché le cure – che prevedono l’applicazione di un unguento antibiotico su ogni corallo – sono lente e costose.