Il conflitto tra Russia e Ucraina non si sta combattendo solo con le armi. I coinvolgimenti sono su diversi piani, uno tra i quali riguarda le forniture di energia. Da ieri la fornitura di gas alla Finlandia è stata interrotta. Ecco che cosa è successo, e le conseguenze per il nostro Paese.
Dal 24 febbraio, giorno dell’inizio dell’invasione russa in Ucraina, ci troviamo all’interno di un nuovo conflitto politico, e non solo.
Le conseguenze della guerra si sono fatte sentire da subito, e sembrano non arrestarsi. L’inflazione di guerra è il prezzo da pagare, ma non si ferma qui.
L’impatto del conflitto è pesante, e non riguarda solo la triste perdita di vite umane, da un lato e dall’altro. La guerra si paga nelle industrie, nel costo della spesa, della benzina, delle bollette. Un punto sensibile è quello della fornitura del gas proveniente dalla Russia.
La notizia di ieri è che la fornitura russa di gas naturale dalla Russia alla Finlandia è stata interrotta, come ha confermato la compagnia energetica statale finlandese Gasum, a seguito del rifiuto di pagare il fornitore Gazprom in rubli.
Le conseguenze per l’Italia
Il ceo di Gasum ha dichiarato: “Ci siamo preparati con cura a questa situazione e saremo in grado di fornire gas a tutti i nostri clienti nei prossimi mesi”. Il gas quindi sarà ora fornito da altre fonti attraverso il gasdotto Balticconnector, che collega la Finlandia all’Estonia.
Il problema, come sappiamo non riguarda solo la Finlandia, ma è sul banco delle questioni da risolvere anche per gli altri paesi coinvolti. L’Italia è uno di questi.
QuiFinanza ha spiegato i risvolti della questione gas sul nostro paese. “La questione nodale per l’Europa, e l’Italia, chiaramente resta l’affrancamento dal gas russo. Dei 28,9 miliardi di metri cubi di gas importati nel 2021 dalla Russia, pari al 38% del fabbisogno, due terzi per l’Italia sono già stati recuperati sulla carta, ma non basta”
Il nostro governo punta ad aumentare la produzione nazionale, puntando sull’Algeria – che dovrebbe fornire 5 miliardi di metri cubi di gas in più a partire già da giugno – e sull’Egitto (1 miliardo di metri cubi).