I proverbi entrano nelle nostre conversazioni quotidiane, o quasi. E spesso senza che ce ne accorgiamo, perché fanno parte del nostro linguaggio comune. Il proverbio è una massima, un’espressione, che viene dalla saggezza popolare, e si tramanda di generazione in generazione.
I proverbi sono infiniti, forse è impossibile raccoglierli e numerarli con esattezza, ma ci sono molte raccolte di quelli più famosi.
Ogni paese ha i suoi proverbi, in quanto legati alle culture locali, ma ce ne sono alcuni comuni e tradotti nelle diverse lingue.
C’è un proverbio per ogni situazione, si potrebbe dire. I saggi parlano molto attraverso i proverbi, che si pensa da sempre che siano una continuazione della saggezza e della cultura popolare. Per questo ogni paese ha i suoi, ma alcuni sono conosciuti anche fuori dai confini nazionali.
Un proverbio che usiamo spesso è farcela “per il rotto della cuffia“. Si potrebbe intendere farcela, oppure vincere, insomma cavarsela in una situazione difficile, la cui riuscita non era per niente scontata.
Secondo i dizionari della nostra lingua, un tempo si diceva uscire per il rotto della cuffia “alludendo (ma, secondo il DELI, Dizionario Etimologico della Lingua Italiana di M. Cortelazzo e P. Zolli, l’ipotesi è da verificare) all’antico gioco (o giostra) medievale del Saracino o della Quintana“.
Il cavaliere in gara contro un automa girevole che doveva evitare, cavalcava per colpire un bersaglio o infilare la lancia in un anello portandolo via, evitando appunto di essere abbattuto dall’automa. Nei tempi antichi, quando si combatteva con le spade e le armature, la cuffia era la parte di maglia indossata sotto l’elmo.
Se il braccio dell’automa colpiva il copricapo, la cuffia, del cavaliere, ma senza abbatterlo, si diceva che quest’ultimo era uscito per il rotto della cuffia. In pratica se l’era cavata, nonostante la cuffia rotta.
Un’altra versione degli studiosi (in particolare Ottavio Lurati, nel suo Dizionario dei modi di dire), afferma che “vincere per il rotto della cuffia” significa passare attraverso una piccola breccia aperta nelle mura – perché la parola cuffia aveva anche il significato di “parte della cinta di una città”.