Ancora lava dall’Etna, ecco i danni che può provocare l’eruzione in corso

L’Etna è il vulcano attivo più grande d’Europa, e tra i vulcani più attivi del mondo. Tra le eruzioni storiche si ricordano quelle del 1669, 1928 e 1991. In questi giorni siamo nel pieno di una nuova eruzione, iniziata il 12 maggio. Vediamo che sta succedendo e i rischi concreti.

A ormai quasi una settimana dall’inizio della nuova eruzione, la colata nelle ultime ore è apparsa maggiormente alimentata rispetto ai giorni precedenti, come spiegano gli esperti dell’Ingv.

La lava si riversa in direzione est-nordest verso la Valle del Leone ed è giunta a una quota di circa 2300 metri, La bocca si è aperta a quota 3250 metri.

Etna (ph parcoetna.it)
Etna (ph parcoetna.it)

Continua ad essere alimentata la colata lavica che ha avuto origine da una nuova bocca effusiva che si è aperta sul fianco settentrionale del cratere di Sud-Est dell’Etna, avvenuta nella serata del 12 maggio.

L’attività eruttiva dell’Etna è stata seguita dai ricercatori dell’Ingv. Gli esperti hanno osservato che il tasso medio di eruzione (Tadr) ha mostrato un andamento crescente, con un picco di 5.7 metri cubi al secondo alle 12.30 del 17 maggio.
Integrando i valori del tasso effusivo durante l’intero periodo eruttivo, è stata calcolata anche la curva del volume cumulativo che risulta pari a 750.000 metri cubi.

Gli effetti e i rischi sul territorio

L’emissione e ricaduta di lapilli e ceneri vulcaniche, trasportate dal vento, può causare ingenti danni al territorio e alle popolazioni, depositandosi anche a notevole distanza. L’Osservatorio Etneo ha pubblicato gli esempi dei danni maggiori avvenuti durante le recenti eruzioni dell’Etna.

Il traffico aereo risente della dispersione della nube lavica, con ricaduta delle ceneri sulle piste, il che rende necessaria la chiusura degli aeroporti – come avvenne con la chiusura di Catania durante le eruzioni dal 2001 al 2003.

Anche il traffico stradale è a rischio, con le ceneri e i lapilli che formano uno strato continuo su strade ed autostrade, causando pericolo alla circolazione stradale. Danni possibili inoltre agli edifici – tubazioni e scarichi otturati, danneggiamento di impianti di aereazione, ecc.

Etna danni
Etna danni

Ma i danni più pericolosi sono per le coltivazioni, con raccolto compromesso e danni irreversibili alle piante, e per la salute delle persone. Nei centri urbani la sospensione delle particelle vulcaniche più fini – di dimensioni inferiori a 10 micron – può causare irritazioni agli occhi, cute e vie respiratorie. Inoltre provoca acutizzazioni ai soggetti più sensibili ed allergici (attacchi d’asma, bronchiti, congiuntiviti, ecc.).

Nonostante ciò, come specifica la Protezione Civile nella pagina del Comune di Catania, l’Etna non è considerato fra i vulcani più pericolosi, in quanto “la sua costante attività consente di liberare energia e rende meno probabili fenomeni parossistici eccezionali che potrebbero verificarsi in caso di grandi quantità di energia accumulate“.

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