La cultura è il cosiddetto “cibo per l’anima”, un’attività che non risulta tra quelle considerate vitali, ma tutto ciò che “concorre alla formazione dell’individuo sul piano intellettuale e morale”. Tra tutte le manifestazioni culturali, i musei rappresentano i luoghi in cui fare esperienze uniche. Tra queste ce n’è uno però che ti farà venire i brividi.
Dopo la crisi del 2020, cha ha messo in ginocchio tutto il mondo, compreso quello della cultura, i musei hanno finalmente riaperto.
Il Louvre è il primo museo al mondo per numero di visitatori, seguito dal Metropolitan Museum of Art di New York, e i Musei Vaticani.
Quando parliamo di arte, di cultura, pensiamo sempre a qualcosa di bello. Nel mondo ci sono 95 mila musei, alcuni famosi ed altri meno. Ma ne esiste uno davvero…disgustoso!
Non adatto ai deboli di stomaco
“Il Disgusto è umano! Il disgusto è divertente!”. Questa è la frase di benvenuto nella pagina ufficiale del Disgusting Food Museum, che dopo l’esperienza svedese, ha inaugurato nel 2021 la sede a Berlino.
Ebbene sì, un museo del cibo disgustoso. Il museo nasce in Svezia dall’idea del fondatore, Andreas Arend, di mostrare come il cibo dipenda dalla socializzazione e dalla cultura in cui si vive.
Chi decide di visitare questo museo, dovrà calarsi in abitudini e culture alimentari lontanissime dalle proprie. I cibi e i piatti preparati esposti sono oltre 90, provenienti dalle cucine di tutto il mondo.
Il biglietto d’entrata è stampato su un sacchetto per il vomito. Ma vediamo che succede a chi lo visita.
Tra questi, cervello di scimmia, zuppa di pipistrello, il nostro formaggio di larve della Sardegna, frullato di rana dal Perù. Si può poi ammirare il maleodorante frutto del durian thailandese o il surströmming, la leggendaria aringa marcia proveniente dalla Svezia. Piatti che è possibile degustare e addirittura portare a casa.
L’obiettivo del museo è di dimostrare che l’idea che noi abbiamo, in materia culinaria, del cibo buono o disgustoso, è un fatto chiaramente relativo. E’ tutto legato alla cultura e alle tradizioni dei luoghi in cui ci si trova; ciò che in un posto è considerato una leccornia, per uno straniero può risultare terribile.
Lo ha spiegato il direttore del museo Martin Völker: “Ci consideriamo un luogo di insegnamento ecologico e interculturale“. Lo dimostra la “Scatola dei Sensi”, una box con materiale per adulti e per laboratori con bambini, che aiuta ad esplorare attraverso il gusto l’olfatto, e l’udito, oltre alle visite guidate didattiche per le scuole.