Il Triangolo delle Bermuda è conosciuto da tutti come un punto oscuro, misterioso, nel quale sono accaduti eventi e tragedie senza spiegazione. Parliamo di una zona così chiamata per indicare il tratto dell’Oceano Atlantico compreso tra l’arcipelago delle Bermuda, la Florida e Porto Rico. Negli anni il mito del cosiddetto Triangolo del Diavolo è cresciuto. Scopriamo la verità.
Nella seconda metà del secolo scorso nasce il mito del Triangolo delle Bermuda, a seguito di misteriose sparizioni di aerei e navi.
Dal primo incidente, avvenuto in circostanze misteriose nel 1945, le storie attorno al triangolo maledetto si sono moltiplicate. Vediamo però cosa accade veramente.
L’incidente da cui nacque la leggenda
Il 5 dicembre 1945 cinque aerei della marina statunitense partiti da Fort Lauderdale per un’esercitazione di routine, scompaiono dai radar dopo circa un’ora dal decollo e una serie di messaggi davvero misteriosi. “Non so dove siamo, dobbiamo esserci persi dopo l’ultima virata“, e ancora “Entrambe le mie bussole sono andate e sto tentando di trovare Fort Lauderdale, Florida. Sono sopra la terraferma ma è interrotta. Sono sicuro di essere alle Keys, ma non so a che altitudine e non so come raggiungere Fort Lauderdale”.
Questi i messaggi di aiuto arrivati dai piloti a bordo dei velivoli, al quale si aggiungono le parole del tenente Taylor “Non riusciamo a trovare l’Ovest. È tutto sbagliato. Non possiamo essere sicuri di nessuna direzione. Tutto sembra strano, anche l’oceano“. Dopo poco, degli aerei non arriveranno più notizie. Alla tragedia se ne aggiunge subito un’altra, la sparizione di un aereo inviato per i soccorsi. In totale 27 persone hanno perso la vita quel giorno, in condizioni ancora da capire.
Tra la prima e la seconda guerra mondiale, alcune navi militari sparirono, alimentando il mistero che arrivò ad essere protagonista di molti racconti, tra film e libri. Questo fino al 2020, quando il biologo marino Michael C. Barnette, insieme allo storico Guy Walters sembrerebbe aver ritrovato il relitto di quella che potrebbe essere la SS Cotopaxi, una nave sparita nelle acque maledette nel 1925 con i sui 32 membri dell’equipaggio.
Il ritrovamento avvalorerebbe la causa degli studiosi che considerano gli incidenti possibili, visto il traffico di mezzi in quella parte di Oceano, e comunque non superiori a quelli accaduti in altre zone. Tra questi, il giornalista australiano Karl Kruszelnicki, che in un articolo uscito su News.com.au ha spiegato i motivi per cui in questa particolare zona le cause di incidenti siano dovute alle caratteristiche geografiche, ai mari, e ai venti particolarmente difficili. Niente a che vedere, quindi, con possibili eventi misteriosi o alieni.