Lino Guanciale ha rivelato di essere affetto da un disturbo che gli causa diverse problematiche. Ecco di che si tratta
L’attore originario di Avezzano, dopo aver conseguito il diploma all’Accademia nazionale d’arte drammatica, ha esordito a teatro recitando in “Romeo e Giulietta”, opera di William Shakespeare diretta dal grande Gigi Proietti nel 2003.
Per quel che riguarda il debutto cinematografico invece, Guanciale ha dovuto attendere diversi anni, ovvero fino al 2009, quando ha partecipato alle riprese del film intitolato “Io, Don Giovanni”. Successivamente ha preso parte a diverse altre pellicole, tra cui “Vallanzasca – Gli angeli del male” di Michele Placido e “To Rome with Love” di Woody Allen.
Nonostante le svariate esperienze sul grande schermo, una buona parte della notorietà di cui Lino gode se l’è guadagnata grazie alla sua presenza in alcune serie tv di grande successo, come “Che Dio ci aiuti”, “La porta rossa”, “Il commissario Ricciardi”, “Non dirlo al mio capo” e “L’allieva”, tutte trasmesse sulle frequenze dei canali Rai.
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Il particolare disturbo di Lino Guanciale
Diversi dei personaggi interpretati dall’attore abruzzese hanno la caratteristica in comune di avere un carattere sereno e pacato, tuttavia nella vita reale Lino ha tutt’altro tipo di personalità, come rivelato dallo stesso nel corso di un’intervista risalente a qualche tempo fa: “A dire il vero sono un anarchico. Risulto posato e razionale solo perché mi ritengo una persona educata”.
Con queste parole rilasciate alla rivista settimanale “Tv Sorrisi e Canzoni”, Guanciale ha messo in luce un aspetto di sé che conoscevano in pochissimi. In un secondo momento invece, l’attore ha confessato di avere diversi tic, alcuni dei quali riportati anche sul set attraverso i suoi personaggi: “Sono pieno di tic. Prima di ogni ciak schiocco le dita, come il mio personaggio, l’avvocato Vinci che lo fa di continuo quando è nervoso”.
“Quando sono nervoso anche io devo compiere gli stessi gesti in numero pari. […] prima di ogni ciak ripeto una frase per tredici volte. È il numero della maglia che indossavo quando giocavo a rugby. Mi porta fortuna”, le parole con cui Lino ha deciso di aprirsi a trecentosessanta gradi sulle pagine del noto settimanale, svelando una serie di piccoli disturbi da cui è affetto.