Molti anni fa, Massimo Giletti è stato colpito da una durissima malattia che l’ha obbligato a svariati ricoveri ospedalieri
Da quest’anno il format da lui diretto ha subito un cambio di programma. “Non è l’arena” infatti, non andrà più in onda la domenica bensì il mercoledì, e l’inizio delle riprese è fissato per le 21:15 anziché le tradizionali ore 20:35.
Massimo ha spiegato che sentiva un bisogno di nuove sfide, anche se in molti hanno ipotizzato che questa variazione possa servire anche a non dover fronteggiare più il programma di Fabio Fazio, mattatore di ascolti in quella fascia oraria dell’ultimo giorno della settimana.
Di recente Giletti si è dovuto difendere da alcune accuse. Scendendo nello specifico, il giornalista è stato etichettato come populista, appellativo che non gli è affatto piaciuto. Negli ultimi tempi in realtà, è stato spesso oggetto di critiche e di dibattiti, ma con la sua grande personalità è sempre stato in grado di respingere qualsiasi tipo di attacco nei suoi confronti.
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La malattia che ha attanagliato per anni Massimo Giletti
Durante un’intervista concessa alla rivista settimanale “Maria con te” risalente a diverso tempo fa, Massimo ha raccontato alcuni retroscena della sua vita privata, alcuni dei quali legati al periodo della sua giovinezza.
Tra i temi che hanno maggiormente attirato la curiosità dei telespettatori c’è stato sicuramente quello della sua malattia: “Ero affetto da una forma grave di scoliosi e ho dovuto portare corsetti, busti in gesso ed essere ricoverato più volte in ospedale”.
Successivamente invece, Giletti ha parlato della durezza di quei momenti: “Per un bambino prima, e un adolescente poi, non è stata un’esperienza facile ma le fatiche di quel periodo mi hanno temprato per il futuro”. Con queste parole, il giornalista nato nel capoluogo del Piemonte ha evidenziato il fatto che la malattia, in un certo qual senso, l’ha spronato a seguire la sua strada ed a diventare l’uomo che è oggi.
Nella parte conclusiva dell’intervista, il conduttore di “Non è l’arena” ha svelato che un grande aiuto glielo ha fornito la fede. In quegli anni, tra l’altro, Massimo ha confessato di aver fatto almeno trenta viaggi a Lourdes, nel corso dei quali ha conosciuto diverse persone malate ed in gravissime condizioni.