Diego Abatantuono ha raccontato il periodo più brutto in assoluto da lui attraversato. Andiamo a svelare le sue parole
Proprio quest’anno il noto attore milanese è stato premiato con il David di Donatello alla carriera. Le sue innumerevoli pellicole infatti, hanno fatto in modo che diventasse uno dei comici più apprezzati in giro per il nostro Paese.
La prima volta che è salito sul set risale alla seconda metà degli anni settanta, con un film intitolato “Liberi armati pericolosi”. Da lì in poi ha partecipato ad una lunga serie di commedie, collaborando con registi del calibro di Carlo Vanzina, Neri Parenti, Paolo Villaggio, Pupi Avati ed una miriade di altri.
Il simpaticissimo sessantaseienne è ancora oggi più operativo che mai. Nel corso della stagione corrente ha recitato nella pellicola di Alessandro Genovese, “Ridatemi mia moglie”, mentre alla fine del mese di ottobre prossimo sarà protagonista al fianco di Frank Matano in “Una notte da dottore”.
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Nei primissimi anni ottanta Abatantuono aveva già messo a repertorio una lunga lista di film, molti dei quali di gran successo.
I suoi tanti incarichi, ovviamente, hanno permesso all’attore di guadagnare ingenti somme di denaro, tanto che lo stesso ha dichiarato che all’età di venticinque anni si sentiva ricco. Purtroppo però, Diego ha raccontato che la situazione era ben diversa: “Io fui spremuto e il mio manager fece sparire i soldi messi da parte per le tasse”.
Le sue dichiarazioni hanno dell’incredibile, soprattutto pensando alla popolarità di cui già godeva all’epoca. “Per pagare i buffi dovetti fare serate su serate. Mi faceva da road manager Maurizio Totti. Poi io, lui e Gabriele Salvatores fondammo la Colorado, che è diventata una società di produzione importante”, le parole di Abatantuono concesse al Corriere della Sera.
Per sua fortuna qualche tempo dopo è arrivata una nuova svolta: “Nel periodo nero, dicevo, ma tanto per dire: ci vorrebbe che mi chiamasse Pupi Avati. E così fu. Feci Regalo di Natale e vinsi il Nastro d’Argento. Poi mi vollero Luigi Comencini, Giuseppe Bertolucci, Carlo Mazzacurati…”. Il resto della storia lo conosciamo tutti, Diego ha superato la profonda crisi ed ancora oggi è sulla cresta dell’onda.
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