Il processo per l’omicidio del povero Willy Monteiro Duarte continua. Rese note nuove testimonianze rilasciate da tre ragazze
Prosegue il processo per la brutale aggressione costata la vita a Willy Monteiro Duarte, iniziato il 10 giugno. Gli imputati sono i fratelli Gabriele e Marco Bianchi, Francesco Belleggia e Mario Pincarelli. Tutti e quattro rischiano l’ergastolo, avendo il giudice rifiutato il rito abbreviato che avrebbe comportato lo sconto di un terzo della pena.
Il brutale pestaggio è avvenuto nella notte tra il 5 e il 6 settembre 2020 in Piazza Oberdan a Colleferro, vittima Willy, colpito con inaudita violenza dopo aver cercato di aiutare un amico rimasto coinvolto in una rissa e caduto a terra.
Una rissa iniziata a causa di pesanti apprezzamenti di Mario Pincarelli a una ragazza di un gruppo lì presente. Il ragazzo, in compagnia dell’amico Francesco Belleggia, ha quindi chiamato a spalleggiarli i fratelli Bianchi, noti picchiatori e spacciatori della zona.
Una volta scesi dalla loro auto, i due avrebbero iniziato a picchiare chiunque trovassero sotto tiro, accanendosi particolarmente sul Monteiro. Willy morirà in seguito alle ferite riportate, non riuscendo nemmeno ad arrivare in ospedale.
Oggi, dopo le testimonianze dei primi carabinieri arrivati quella sera sul luogo della tragedia che parlavano della testa di Willy “colpita come se fosse un pallone” e di “un’azione fulminea, circa 1 minuto e 25”, arrivano le conferme grazie alle deposizioni rilasciate da tre ragazze del posto.
Omicidio Willy: “Dopo l’attacco siamo andate al bar”
Le tre giovani, hanno raccontato di aver passato parte di quella serata maledetta proprio con gli imputati. Secondo il racconto i Bianchi, dopo una cena con le rispettive fidanzate, si sarebbero diretti in direzione di Colleferro, dove avrebbero dovuto incontrare degli amici.
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Nello stesso tempo il Bellaggia e il Pincarelli avrebbero incrociato proprio le 3 ragazzine nella zona dei locali del paese. In quel momento sarebbero arrivati i due fratelli in compagnia del loro amico Vittorio Tondinelli e le avrebbero invitate a salire sul Suv per appartarsi in una zona vicino al cimitero.
Dopo circa un’ora, una telefonata arriva a Gabriele Bianchi, avvisandolo di una rissa in corso e che c’era bisogno del loro intervento. Le giovani spiegano di non essersi accorte del pestaggio in corso, poichè sono rimaste in auto, ma ricordano essersi trattato di un tempo brevissimo, un attimo.
“Appena rientrato in macchina, Marco Bianchi mi ha detto di scendere subito insieme alle mie amiche, senza darmi una spiegazione” ha raccontato una delle tre, spiegando di aver poi notato, una volta scesa dal mezzo, un ragazzo di colore a terra con tanta gente attorno a lui.
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“Siamo rimaste allora sino alle 4 circa a bere qualcosa, fino a che abbiamo trovato un ragazzo che ci ha accompagnate a casa”, ha concluso.