Saman Abbas, la denuncia ai genitori: “Trattengono i miei documenti, sono chiusi a chiave nell’armadio”. Spunta anche una foto con un livido.
Continuano le ricerche del corpo di Saman Abbas e l’area di ricerca nelle campagne di Novellara, vicino al casolare dove viveva la famiglia della 18enne pachistana e dove da giorni sono impegnati i carabinieri, è stata circoscritta ulteriormente.
Adesso sono una ventina i punti che nelle prossime ore saranno verificati uno a uno, sulla base delle indicazioni strumentali.
Le indagini virano anche su due zie residenti all’estero che avrebbero fatto pressioni sul fratello minorenne di Saman, ora in una comunità protetta, affinché tacesse.
Nel corso dell’ultima visita di Saman a Novellara, nella sua casa in mezzo alle serre, i genitori non l’avrebbero picchiata ma si sarebbero arrabbiati per il suo comportamento, per la sua scelta di denunciarli e andare in comunità. I suoi documenti, intanto, sarebbero stati chiusi a chiave nell’armadio del padre: “Me li trattengono e per questo sono intenzionata a denunciarli”, avrebbe detto la ragazza.
La sua famiglia era pronta a organizzare la partenza e, dunque, il matrimonio in Pakistan. Peccato che Saman non volesse farlo, e aveva deciso di denunciare il tutto per poter essere libera. Da qui, secondo gli inquirenti, la decisione di fargliela pagare.
Ed è proprio questo che il fratello minore della ragazza ha raccontato nell’interrogatorio: “Papà ha chiamato mio zio dicendogli che Saman era andata via di nuovo”. Lui a quel punto avrebbe risposto “arrivo, ora ci penso io”. Quello che è accaduto dopo nessuno lo sa. L’unico cugino arrestato non ha ancora fornito elementi utili alle indagini mentre tutti gli altri sospettati, compresi i genitori della ragazza, sono fuggiti.
Saman Abbas, la denuncia del fidanzato
lntanto aumentano gli indizi. Il fidanzato di Saman Abbas infatti ha consegnato ai carabinieri una foto della ragazza con un segno rosso sul volto, un livido su una guancia. Secondo il racconto del ragazzo, sarebbe stata la stessa Saman a inviargli la foto e avrebbe incolpato del gesto il cugino Irfan, rimasto a Novellara e non indagato.
Lui si difende dicendo di non averla mai colpita e di non aver niente a che fare con la sparizione della ragazza.
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Il ragazzo della 18enne, che vive in un’altra regione, è stato ascoltato dai militari e ha detto di essere stato minacciato dalla famiglia di lei, che osteggiava la relazione, tanto che il 9 febbraio il giovane aveva appunto denunciato il padre Shabbar per minacce.