Sono 15 e rifiutano il vaccino anti-Covid, pur facendo parte del personale sanitario. Ora sono a rischio licenziamento. È successo qui.
Rifiutano il vaccino anti-Covid e pretendono di continuare a lavorare. Scatta subito la diffida nei confronti di 15 persone, impiegate nel personale sanitario. Si tratta di ostetriche, infermieri e Oss, tutti strenuamente convinti di non doversi vaccinare obbligatoriamente. Ma l’Azienda Sanitaria Provinciale ha fatto capire loro che la campagna vaccinale non è un’opzione.
Difficile da credere quando si parla di personale sanitario, eppure è successo: 15 dipendenti rifiutano il vaccino anti-Covid e vengono formalmente richiamati dall’azienda sanitaria per cui lavorano. Non una volta è stato ribadito loro la condizione obbligatoria di vaccinazione per chi opera negli ospedali. Dopo la diffida, sono scattati gravi provvedimenti contro queste persone.
Servizio e stipendio: sono queste le due parole chiave che devono risuonare nella mente dei dipendenti che rifiutano il vaccino anti-Covid. Parliamo naturalmente di persone impiegate nel personale sanitario per cui si rende obbligatorio iniziare e portare a termine il ciclo vaccinale. Ai ripetuti inviti da parte dell’Azienda Sanitaria Provinciale di assumere la dose di vaccino, 15 dipendenti tra ostetriche, infermieri e Oss, hanno continuamente rifiutato.
Un comportamento imperdonabile sia dal punto di vista civico, sia da quello professionale. Ecco che ai 15 impiegati nel personale sanitario che rifiutano il vaccino anti-Covid è stata comunicata prima una diffida. All’atto ufficiale, alcuni di loro hanno risposto con l’accettazione della dose, altri hanno continuato nel loro dissenso. Si è ritenuta allora indispensabile l’azione concreta da parte di Gianluigi Scaffidi, commissario dell’Asp di Reggio Calabria.
In merito al caso dei 15 dipendenti che rifiutano il vaccino, Scaffidi ha dichiarato: “Non è giusto chiedere alle persone di vaccinarsi quando poi i nostri infermieri non si vaccinano. Prima le aziende sanitarie non avevano strumenti per imporlo, ma col decreto legge che ce lo permette era giusto farlo altrimenti perdiamo di credibilità”.
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Le 15 persone in questione sono state formalmente sospese dal posto di lavoro; inoltre, non percepiranno nemmeno lo stipendio. Verranno riammessi tutti in servizio, non appena inizieranno ufficialmente il ciclo vaccinale.
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