Covid 19: un nuovo studio condotto negli Stati Uniti ha confermato un collegamento possibile tra vaccino e infiammazione cardiaca
L’ultimo studio dei CDC statunitensi ha fatto luce su un possibile legame tra vaccini mRna e un’infiammazione cardiaca nei più giovani. Gli esperti hanno comunque ribadito che è più pericoloso ammalarsi di Covid. I rischi legati alla somministrazione, sono rari, e attualmente risultano minori rispetto ai benefici.
I dati emersi dal nuovo studio Center for Disease Control and Prevention Usa documentano un probabile legame tra i vaccini Pfizer e Moderna e miocardite negli adolescenti e nei giovani adulti.
La miocardite si verifica più tra i maschi che le femmine. I sintomi compaiono più spesso entro la prima settimana dopo la vaccinazione e con maggiore probabilità dopo la seconda dose. I casi di infiammazione sono circa 323 su oltre 26 milioni di dosi somministrate.
VACCINI ANTICOVID, I RISCHI CONTINUANO A RIMANERE MINORI RISPETTO AI BENEFICI
“I fatti sono chiari, questo è un effetto collaterale estremamente raro e solo un numero estremamente ridotto di persone lo sperimenterà dopo la vaccinazione”, affermano gli esperti della task force che si occupa dello studio e del monitoraggio della campagna vaccinale.
In una nota è stato aggiunto che per i giovani che fanno il vaccino, la gran parte dei casi è lieve e le persone guariscono da sole o attraverso un trattamento debole.
Secondo una ricostruzione svolta dal New York Times, 10-20 persone circa su 100mila sviluppano miocardite, manifestando sintomi come affaticamento, dolori al torace, aritmie e arresto cardiaco. Secondo i ricercatori molti individui hanno sintomi lievi e non vengono mai diagnosticati.
Quindi gli esperti affermano che attualmente il numero di casi di miocardite segnalati dopo la vaccinazione non risulta maggiore di quanto normalmente dovrebbe vedersi nei giovani.
I membri del gruppo per la sicurezza dei vaccini ritengono che comunque le informazioni sulle segnalazioni di miocardite devono essere comunicate.
Nel report è stato sottolineato che sia più probabile sviluppare un’infiammazione cardiaca se si contrae il Covid 19. La possibilità di sviluppare infezioni che possono danneggiare il cuore e altri organi sono più alte tra gli ammalati che tra i vaccinati.
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Lo studio suggerisce un possibile collegamento tra miocardite e vaccini mRna. I numeri registrati fino alla fine di maggio non destano preoccupazioni poiché contano 16 casi di miocardite o pericardite segnalati per ogni milione di dosi somministrate a persone in una fascia di età compresa tra i 16 e 39 anni, quindi 1 su 62000.