I pm hanno notificato la chiusura delle indagini a Briatore e ad altri gestori di locali notturni. La vicenda partita ad agosto scorso
L’ex team manager di Formula 1 e noto imprenditore italiano Flavio Briatore è stato ufficialmente indagato per epidemia colposa dai pm.
Il piemontese, classe 1950, è conosciuto non solo per le sue attività imprenditoriali, ma anche per quelle personali. Intervistato ieri dalla Berlinguer a Cartabianca, ha lasciato a dir poco interdetti e spiazzati gli ospiti in studio sulla questione blocco licenziamenti.
“I giovani vanno aiutati, non si può procedere con la scadenza del blocco. non puoi lasciare la gente per strada” ha dichiarato, trovandosi d’accordo con Maurizio Landini, segretario CGIL, anch’egli in trasmissione.
In collegamento dalla sua residenza di Monte Carlo, Briatore ha poi proseguito lamentandosi per la difficoltà nel trovare personale per la stagione estiva ormai in procinto di iniziare: “Si fa fatica. Eppure paghiamo in media 1700 euro un ragazzo. Ho ricevuto 250 cv, hanno accettato in 20”.
L’imprenditore si riferisce in special modo al suo locale di Porto Cervo in Sardegna, il celeberrimo Billionaire.
E proprio ieri è arrivata la decisione dei pm in merito agli eventi accaduti l’estate scorsa e che vede coinvolto, tra gli altri, proprio il locale notturno del piemontese.
Billionaire: epidemia colposa il reato per Briatore
Questo è il reato di cui è accusato l’imprenditore assieme agli altri gestori della discoteca. Indagati per lesioni colpose anche il Phi Beach e il Country Club, sempre sulla costa gallurese.
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La Procura di Tempio Pausitania fa riferimento ai fatti dell’agosto scorso, quando vennero contagiati numerosi frequentatori del Billionaire, “La situazione del virus in Costa Smeralda non mostra criticità” dichiarò allora il manager.
Pochi giorni dopo scoppiò il focolaio nel locale con 58 persone risultate contagiate, tra queste anche 14 dipendenti. Lo stesso imprenditore finì ricoverato al San Raffaele di Milano per Covid.
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Questo non è l’unico procedimento giudiziario che vede coinvolto l’ex dirigente sportivo, a dicembre 2020 è stato querelato per diffamazione dal sindaco di Arzachena, Roberto Ragnedda, per le sue dichiarazioni proprio sulla questione delle chiusure dei locali in Sardegna.