Il dibattito sulla vaccinazione eterologa è aperto. Il punto di riferimento per le persone deve essere il medico
Le nuove indicazioni per la vaccinazione anti Covid 19 delle persone con meno di 60 anni prevedono prima un vaccino a vettore vitarle, un virus che reca gli antigeni di Sars-Cov-2 per stimolare la risposta del sistema immunitario, poi un vaccino a m-RNA che fornisce le istruzioni per lo sviluppo degli anticorpi specifici nei confronti del virus di Covid 19.
“Dal mix di vaccini una risposta immunitaria maggiore”, queste le parole pronunciate dal ministro della Salute, Roberto Speranza nei giorni scorsi durante una conferenza stampa.
Dopo lo stop di Astrazeneca, alle persone che hanno ricevuto la prima dose del vaccino prodotto dalla multinazionale anglo-svedese, viene programmata la seconda dose con un vaccino di un altro tipo.
La strategia del mix di due vaccini differenti é basata sulla scelta già attuata in altre nazioni come la Germania e il Regno Unito. I lavori scientifici pubblicati fino ad ora sono pochi. L’obiettivo è sempre lo stesso, bisogna fare in modo che il sistema immunitario riceva le indicazioni utili alla produzione di anticorpi specifici nei confronti del virus.
UNA SINGOLA DOSE PUO’ OFFRIRE UNA PRIMA REAZIONE DA PARTE DEL SISTEMA IMMUNITARIO
In caso di infezione, attraverso la vaccinazione l’organismo può già offrire una reazione. Con la seconda dose si conclude il ciclo vaccinale in attesa del richiamo considerato molto probabile anche se i tempi e i modi devono ancora essere decisi.
La strategia d’azione non varia anche se i vaccini utilizzati hanno un meccanismo d’azione diverso. L’obiettivo è sempre quello di raggiungere una copertura immunitaria che possa scongiurare il rischio di sviluppare l’infezione da Covid 19 in forma grave, prevenendo il rischio di ricovero in ospedale.
Non tutti i medici sono d’accordo su questa modalità di somministrazione, alcuni sostengono che pur con un meccanismo d’azione differente, la vaccinazione con due vaccini diversi possa ottenere lo stesso risultato o addirittura migliore per quanto concerne lo sviluppo delle difese immunitarie.
Ci sono anche coloro che sottolineano che attualmente non ci sono ancora dati sufficienti per procedere su questa via e quindi consigliano di mantenere lo stesso vaccino per il richiamo.
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Il medico è la chiave per sciogliere i dubbi della gente che sa di essere sottoposta ad una seconda dose con un vaccino diverso da quello precedente. La priorità delle autorità sanitarie è di raggiungere il numero massimo di persone con doppia vaccinazione per diminuire la circolazione del virus, limitando il rischio dello sviluppo di varianti legate alle capacità di mutazione del virus.
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