Accertata l’attività di prostituzione da parte della Guardia di Finanza in un centro benessere. La titolare dichiarava al Fisco circa 1000 euro l’anno
La Guardia di Finanza di Varese ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa dall’ufficio del G.I.P. del Tribunale di Busto Arsizio, nei confronti di una donna quarantenne di nazionalità italiana che gestiva un giro di prostituzione in un centro massaggi di Busto Arsizio.
L’attività commerciale in apparenza sembrava un centro benessere, all’interno del quale venivano praticati massaggi olistici e dove era possibile ristabilire l’equilibrio psicofisico. Secondo gli inquirenti, in realtà era una vera e propria casa di appuntamenti. Infatti una volta dentro, si poteva scegliere con quale ragazza passare del tempo per terminare il massaggio con una prestazione sessuale.
Le indagini e le dichiarazioni rilasciate dai clienti del centro benessere ai militari, hanno portato a scoprire il giro di prostituzione, con le ragazze che erano ingaggiate per praticare massaggi, che in gergo, avevano “l’happy ending”, in italiano “lieto fine”, espressione usata per definire la conclusione di un atto sessuale.
Secondo le accuse la titolare aveva reclutato numerose donne tra i 25 e i 50 anni, inducendole a far praticare agli avventori, dietro pagamento, massaggi che si concludevano in prestazioni sessuali. Il corrispettivo pattuito, con cifre da 100 a 200 euro, veniva diviso tra la titolare e le operatrici.
I clienti erano molti grazie soprattutto ai numerosi annunci presenti sul web. Le foto e le descrizioni erano molto esplicite, lasciando intendere chiaramente quella che era la finalità della prestazione offerta.
Nonostante l’attività portasse grandi guadagni alla titolare, denunciata per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, venivano dichiarati annualmente al Fisco meno di 1000 euro.
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Le indagini effettuate dalle forze dell’ordine sui conti della donna, hanno dimostrato che il giro di affari era molto più consistente. Infatti il G.I.P. dopo tale evidenza, oltre all’arresto, ha disposto anche il sequestro preventivo di una cifra superiore ai 240.000 euro, quale profitto degli incassi percepiti a fronte dello svolgimento dell’attività illecita.
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