Maxi sequestro dei carabinieri di pomodori contaminati nel centro italia. il valore della merce si aggira attorno al milione di euro
Continua il lavoro incessante dei carabinieri nell’ambito dell’operazione cosidetta “Scarlatto Due”, che ha portato al sequestro di tonnellate di semilavorato di pomodori contaminati.
Il valore è ingente: si parla di circa un milione di euro. La merce, concentrato di pomodoro, era contenuta all’interno di fusti metallici della capienza di 250 chili ciascuno, pronto per essere lavorato.
Il prodotto finito, di origine egiziana, finiva poi smistato in barattoli e tubetti destinati non solo al mercato italiano ma anche a quello estero.
Ad eseguire il sequestro, i Carabinieri per la Tutela Agroalimentare assieme alla Procura della Repubblica di Nocera Inferiore.
Da controlli effettuati dai militari, si è scoperto che i livelli dei composti chimici nella verdura erano talmente alti da costituire una minaccia per la salute.
Da quanto si è appreso, le 821 tonnellate sono solo una piccola fetta di una partita ben più imponente: buona parte della quale già commercializzata in ambito UE ed extra UE.
Denunciati due fratelli in Campania per la partita di pomodori contaminati
A.D. e A.P., fratelli e titolari di una nota impresa conserviera dell’Agro Nocerino Sarnese, sono stati denunciati per commercio di sostanze nocive e frode in commercio.
Non è la prima volta che i militari si occupano di questo tipo di problema, solo poche settimane fa, infatti, erano entrati in azione in un contesto simile, durante l’operazione denominata “Scarlatto“.
In quell’ambito avevano sequestrato tonnellate di prodotto all’azienda livornese Petti. Lo scandalo era stato grande, essendo l’azienda storica e avendo basato la sua strategia di marketing sull’italianità dei prodotti.
Così però non era, evidentemente, visto che i carabinieri avevano scoperto il concentrato di pomodoro essere di provenienza extra europea. Questo veniva poi miscelato e spacciato come 100% italiano e 100% toscano.
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Un passo falso terribile per la ditta, che scatenò l’ira dei consumatori sentitesi presi in giro e anche messi in pericolo dalla loro condotta scellerata.