Un bambino è rimasto coinvolto in un incidente mentre era all’asilo. Di chi le colpe? Scopriamo i dettagli.
Ancora una tragedia che vede protagonista di un brutto incidente un bambino. E’ quanto accaduto al nido comunale di Via Dante, nella città di Crema.
Come spesso accade, sono i più piccoli ad essere esposti ai pericoli in cui si può incorrere mentre si è a scuola. Una distrazione, una fatalità, che può dar luogo ad una tragedia. E in questi casi, a chi attribuire le colpe?
A raccontare la vicenda accaduta a Crema è la sindaca della città lombarda, prima in consiglio comunale, poi con un post sul suo profilo facebook. Il bimbo protagonista dell’incidente ha riportato ferite alla mano, in seguito a schiacciamento di due dita nella porta tagliafuoco.
Per fortuna l’episodio non ha provocato lesioni permanenti. Per il piccolo è stato solo richiesto un periodo di cura di tre mesi. Per questa vicenda, però, è stata indagata la stessa sindaca che ha narrato i fatti.
Bambino ferito all’asilo, indagata la sindaca: scoppiano le polemiche
Stefania Bonaldi, prima cittadina di Crema, ha ricevuto un avviso di garanzia in seguito all’incidente avvenuto al nido comunale, in cui è rimasto coinvolto un bimbo. Il motivo? “Avrebbe dovuto impedire che la porta si chiudesse automaticamente”.
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Secondo quanto riferito dalla Bonaldi, le sarebbe stata contestata la violazione di una delibera della giunta regionale della Lombardia secondo cui negli asili nido gli “elementi costruttivi devono avere le caratteristiche antinfortunistiche e devono essere adottati idonei accorgimenti atti ad evitare situazioni di pericolo”.
In sostanza la governatrice è stata accusata per non aver saputo evitare l’incidente. Ad accertare se sussistono i reati sarà la magistratura. Ma la questione è divenuta politica e sta suscitando le polemiche di altri amministratori.
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Il sindaco di Bergamo Giorgio Gori si è schierato a favore della Bonaldi lanciando un messaggio di solidarietà sul suo profilo twitter dopo aver appreso la notizia. Lo stesso ha fatto Matteo Ricci contestando l’eccesso di zelo delle Procure.