Indossare un paio di jeans può essere un reato punibile con la pena di morte? A quando pare sì!
Che i jeans siano diventati ormai un indumento di uso comune lo si sa già da un pezzo ma sembra che questa notizia non sia ancora andata giù dal dittatore nordcoreano Kim Jong-un.
L’ossessione per la possibile influenza che abitudini, usi e costumi del resto del mondo possano marchiare (o macchiare) il tradizionalismo della Corea del Nord ha portato Kim Jong-un a dichiarare una vera e propria guerra a qualsiasi influenza estranea al loro territorio.
Una legge che prevede la pena di morte per coloro che non la rispettano
A tal proposito, di recente, è stata emanata una legge nella Corea del Nord che bandisce ogni forma d’identità differente da quella nordcoreana. Vietato l’utilizzo di abiti stranieri, come i jeans appunto. Nella lista proibita rientrano anche film provenienti dall’estero, una grave perdita per quanto riguarda l’ambito culturale.
Per quanto bizzarro possa sembrare è triste dire che non si tratta solo di uno scherzo. A aggravare la situazione, già di per sé surreale, sono state le pene pensate per tutti coloro che violano la nuova legge.
Le persone che verranno sorprese con materiali multimediali di origine differente da quella della Corea del Nord rischiano una pena dura che può arrivare fino alla pena di morte. Al bando i prodotti di Corea del Sud, Stati Uniti d’America e Giappone.
Per chi non possiede materialmente prodotti esteri ma viene scoperto a farne uso, quindi anche solo guardandoli, rischia fino ai 15 anni nei campi di internamento.
Prima della stesura di questo nuovo veto, lo stesso Kim Jong-un si era schierato contro la Lega della gioventù per via dei loro comportamenti anti-socialisti e individualisti e definiti dallo stesso di “cattivo gusto”.
Secondo Kim Jong-un potrebbero rappresentare un grave pericolo anche tagli di capelli, moda e slang che i giovani attuerebbero in seguito a influenze negative portate dall’esterno del paese.
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Restiamo in attesa di scoprire quale sarà la prossima mossa del dittatore nordcoreano. In cuor nostro continueremo a sperare sempre che tutto questo sia uno scherzo montato a regola d’arte!