Secondo la direttiva Sup dal 3 luglio, in tutta Europa, non potranno più essere prodotti e messi sul mercato oggetti monouso in plastica.
La direttiva europea Sup (Single use plastica), del 2019, prevede che gli Stati membri dell’Unione Europea interrompano, dal 3 luglio prossimo, la produzione di una lunga serie di oggetti monouso in plastica.
L’obiettivo principale è quello di ridurre la presenza dei rifiuti di plastica nelle acque marine. Si stima di arrivare a una riduzione dell’80% di tali rifiuti entro il 2030, con il risultato intermedio del 50% entro il 2025.
I prodotti vietati saranno tutti quelli monouso che possono essere prodotti con altri materiali riciclabili. Primi tra questi: piatti, bicchieri, posate, cannucce, cotton fioc, tappi, palloncini, ma anche tazze in polistirolo espanso, assorbenti igienici e tamponi.
L’industria del packaging italiana però, assieme ai suoi 20mila dipendenti, spera in una revisione di tale norma. Si parla già, infatti, di un possibile cambiamento a favore dell’accettazione di una minima percentuale di plastica, valutata “a peso“, nella produzione dei suddetti prodotti.
Anche se dovessimo pensare a prodotti costituiti per l’80% da carta e per il 20% da plastica, il problema per l’ambiente si verificherebbe comunque. Mentre la carta, infatti, si degraderebbe, la plastica rimarrebbe lo stesso nell’ambiente per anni, disintegrandosi nelle classiche microparticelle, che sono troppo invasive per il nostro pianeta.
Ecco come si esprime la Commissione dell’Unione Europea sull’argomento: “La plastica si accumula nei mari, negli oceani e sulle spiagge, nell’UE e nel mondo; vengono ritrovati residui di plastica pericolosi per la vita marina e la biodiversità“.
Tali residui vengono ingeriti da foche, balene, pesci, molluschi e tartarughe marine e da loro passano poi nei nostri corpi. “L’80% dei rifiuti marini è costituito da plastica”, sottolinea la Commissione Ue.
C’è però il malcontento delle industrie che rischia di far fare un passo indietro alla Commissione. Il Ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, è molto dubbioso sulla questione.
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Non è chiaro, ad esempio, come la Commissione abbia dichiarato di voler eliminare la plastica biodegradabile, a favore di quella riciclabile, ma poi abbia finanziato diversi progetti in Europa proprio per lo sviluppo della plastica biodegradabile.
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