Durante l’esame di stato degli aspiranti avvocati, la commissione decide della sorte dei dottori in Giurisprudenza a piacimento. “Non possiamo promuoverli tutti”, è scandalo.
Durante l’esame di stato degli aspiranti avvocati di Brescia è scandalo in commissione. Durante le valutazioni un esaminatore ha lasciato casualmente il microfono acceso e si è sentito in tutta l’aula: “Quanti ne avete promossi fino ad ora? Non possiamo promuoverli tutti stiamo bassi”.
Ad ascoltare questa frase c’erano tutti i candidati che erano in diretta in quel momento, l’audio è finito sui social ed è diventato virale. Nel frattempo il Ministero della Giustizia ha avviato un’indagine per gli accertamenti del caso.
Dunque l’esame per diventare avvocato è davvero così temuto perché il giudizio della commissione è a piacimento? Che questo fosse quasi impossibile da passare al primo colpo era risaputo, ma scoprire che la commissione ci mette lo zampino (chissà per quale tornaconto) è davvero scandaloso.
PROMOSSI E BOCCIATI A PIACIMENTO, LA COMMISSIONE E’ SOTTO INDAGINE
Durante l’esame di stato per gli aspiranti avvocati bresciani si è gridato allo scandalo. Dopo aver distrattamente lasciato il microfono aperto si è sentito dire da un commissario agli altri colleghi: “Non possiamo promuoverli tutti”.
Le stesse parole sono finite in rete ed in poco tempo sono arrivate al Ministero della Giustizia che sta indagando sulla vicenda. L’audio degli esaminatori di Lecce, in tutto tre, uno da remoto e due in corte d’appello, è stato udito durante la prova di un candidato.
Naturalmente tutti gli aspiranti presenti hanno ascoltato la discussione. Quest’anno causa pandemia l’esame era stato rimodulato, solo un orale senza scritto, a differenza degli altri anni.
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La conversazione tra i commissari è agghiacciante e surreale.
Uno dice: “Quanti ne avete promossi fino ad ora? Non possiamo promuoverli tutti stiamo bassi”. Un altro risponde: “Ho fatto apposta una domanda insidiosa”. Ed infine: “Io una domanda insidiosa posso farla”. Questo lo scambio di battute tra i tre commissari.
A denunciare l’incresciosa vicenda sono stati i candidati sui social, sulla vicenda si pronuncerà anche il Ministero della Giustizia. Non ci resta che attendere la decisione.