Colpo di scena nelle indagini su una donna uccisa in circostanze mai chiarite. Oggi gli investigatori hanno emesso finalmente un arresto
Ci sono voluti 26 anni, tra depistaggi e omertà, per arrivare a porre la parola fine a questo cold case italiano. La donna, Nunzia Alleruzzo, sposata, aveva fatto perdere infatti le sue tracce il lontano 30 maggio del 1995.
Solo dopo 3 anni i suoi resti erano stati ritrovati in fondo a un pozzo, il cranio martoriato da due colpi di arma da fuoco, con un rituale tipico dell’esecuzione malavitosa.
Nunzia aveva legami con la criminalità organizzata, essendo figlia del boss, ora defunto, Giuseppe Alleruzzo che, durante i cosiddetti anni di piombo e i primi anni 80, era a capo del clan Paternò. Quest’ultimo legato a filo doppio alla potente famiglia dei Santapaola.
Il boss poi, in seguito all’uccisione della moglie e di un figlio per mano dei clan avversari, decise di diventare un collaboratore di giustizia.
Oggi i carabinieri di Paternò hanno attuato un arresto per la morte della Alleruzzo, su ordine della Direzione Distrettuale Antimafia che ha capitanato le indagini.
A finire in manette, dopo quasi trent’anni, è stato il fratello della vittima: Alessandro Alleruzzo, all’epoca dei fatti 21enne.
L’arresto è stato possibile grazie ad intercettazioni e alle dichiarazioni rilasciate da tre collaboratori di giustizia: Antonino Giuseppe Caliò, Orazio Farina e Francesco Bonomo. In particolare quest’ultimo ha affermato di aver saputo da Giovanni Messina, famoso malavitoso, e dal Caliò che l’omicidio era stata un’idea esclusivamente di Alessandro.
Farina ha inoltre aggiunto di essere a conoscenza del fatto che Messina fosse uno dei tanti amanti della catanese e che per questo il parente avesse deciso di ristabilire l’onore della famiglia lavandolo col sangue. Una decisione presa probabilmente anche per vendicare la morte della madre, per mano proprio del malavitoso.
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Per Alleruzzo è stato disposto dal Gip un ordine di custodia cautelare in carcere con l’accusa di omicidio volontario pluriaggravato.
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