Crollo del campanile di Accumuli: era il 24 agosto 2016 quando un’intera famiglia morì a causa del terremoto. Oggi, l’esito della sentenza.
Rieti – Nel 2016 un terremoto di magnitudo 6.0, sconvolse la vita della comunità di Rieti. La zona, dove si verificò il sisma, era compresa tra Lazio, Umbria e Marche. Un luogo ad alta sismicità, tristemente noto anche per un altro terremoto: quello che colpì Norcia nel 1979 di magnitudo 5.9. A Rieti, il crollo del campanile di Accumuli costò la vita a un’intera famiglia.
Si tratta trattava di un nucleo famigliare composto di quattro persone: Andrea Tuccio e Graziella Torroni di 34 anni e i figli Stefano di 8 anni e Riccardo di appena 9 mesi. Il crollo della vela campanaria della chiesa Santi Pietro e Lorenzo di Accumuli, aveva causato la morte dell’intera famiglia Tuccio, nello sgomento generale della comunità.
Sette gli imputati per il crollo del campanile, che oggi hanno ricevuto la sentenza di secondo grado: l’ex sindaco di Accumoli, Stefano Petrucci, l’ingegner Matteo Buzzi, incaricato dei lavori al campanile. E poi l’allora responsabile unico del progetto, l’architetto Pier Luigi Cappelloni; il collaudatore statico amministrativo e architetto Mara Cerroni. Gli altri imputati erano l’ingegner Alessandro Aniballi, l’architetto Angelo Angelucci e il geometra Giuseppe Renzi, ovvero i progettisti.
Il pm Lorenzo Francia aveva chiesto alla corte 42 anni di carcere, 6 per ogni imputato. Il capo d’accusa del pubblico ministero era omicidio e disastro colposo. La difesa aveva sostenuto la tesi della straordinarietà del terremoto che colpì Rieti nel 2016. Le responsabilità, quindi, dei progettisti e dei dirigenti dei lavori alla chiesa Santi Pietro e Lorenzo di Accumuli, non avrebbe causato il crollo del campanile.
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Nella sentenza di secondo grado emessa dal Tribunale di Rieti, il giudice monocratico Riccardo Giovanni Porro ha assolto tutti e sette gli imputati. L’assoluzione è stata motivata perché il fatto non sussiste e perché non ci sono prove che dimostrino come un’azione di rinforzo della vela campanaria, avrebbe potuto impedire di fatto il crollo del campanile di Accumuli. Crollo che ricordiamo, costò la vita all’intera famiglia di Tuccio.
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