Un medico generale, una farmacista e un avvocato sono i protagonisti dell’indagine “No pain” dei carabinieri del capoluogo laziale per aver prescritto certificati indebiti e ricette false. Vediamo perché.
Un medico di base di Latina è stato arrestato dai carabinieri dei Nas perché prescriveva ricette false di farmaci a base di ossicodone, che venivano destinati a centinaia di braccianti indiani non per motivi medici ma per aumentare le loro capacità fisiche durante le prestazioni lavorative.
Ad essere coinvolti nella squallida vicenda sono anche una farmacista e un avvocato della zona, che ovviamente sono stati sospesi dai pubblici servizi per un anno, rispettivamente accusati di aver percepito il rimborso dei farmaci prescritti dal medico in modo illegale e di aver ottenuto un certificato medico falso, rivolto in realtà ad un cliente che aveva patologie psichiatriche.
Nello specifico, si tratta di oltre tremila ricette indebite che hanno arrecato danni enormi nei confronti del sistema sanitario nazionale e dello Stato italiano. Le accuse nei confronti dei soggetti coinvolti vanno dall’illecita prescrizione di farmaci stupefacenti, favoreggiamento di immigrazione clandestina, falso e truffa ai danni del SSN e frode processuale.
Ricette false: la truffa del dottore
Il dottore del capoluogo laziale avrebbe “lavorato” su due fronti. In primis, ha rilasciato un migliaio di ricette false per 222 braccianti indiani per somministrare oltre 1500 confezioni di un farmaco psicotropo con il preciso scopo di aumentare la loro forza fisica e non fargli sentire la fatica per farli lavorare più delle loro possibilità. Tutto questo è costato allo Stato circa 24mila, ma non gli è bastato.
Ha, in seguito prescritto, quattromila ricette con il codice per l’esenzione ticket a quasi mille pazienti, che ovviamente non ne avevano il diritto. Quest’altra mossa è costata al SSN oltre 146mila euro. Avrebbe inoltre prescritto diversi certificati medici falsi per rendere regolari alcuni migranti, affermando che quest’ultimi si trovavano a Latina prima dell’8 marzo 2020.
Tutto questo è stato accertato dai carabinieri dei Nas che hanno avviato nell’aprile del 2020 l’indagine “No pain”, nome che fa riferimento all’assenza di dolore dei poveri migranti “drogati”, coordinata dal Procuratore aggiunto Carlo Lasperanza, insieme al sostituto procuratore Giorgia Orlando della Procura della Repubblica di Latina.
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Ovviamente il medico è stato arrestato e si trova in carcere in custodia cautelare per restare a disposizione dell’Autorità giudiziaria. Altre due misure cautelari sono state eseguite nei confronti della farmacista e dell’avvocato coinvolti e un’interdizione di dimora nella provincia di Latina è scattata nei confronti di una donna marocchina, sempre complice dei loschi fatti.