Frustrate e botte ai bambini dell’asilo, maestra ai domiciliari: intercettazioni da brividi

Asilo nel Palermitano, la maestra di 46 anni è ai domiciliari: le intercettazioni raccolte in classe dai carabinieri sono da brividi.

morti bianche sul lavoro pordenone
pixabay

Una maestra di 46 anni che lavorava alla scuola dell’infanzia di Villafrati è al momento agli arresti domiciliari. I carabinieri sono intervenuti dopo le segnalazioni della madre di una bambina. La donna, originaria di Agrigento, è accusata di maltrattamenti: per i piccolissimi malcapitati botte, frustrate, minacce e paroloni pesanti praticamente tutti i giorni.

Le indagini iniziarono lo scorso marzo: la madre di una bambina di 3 anni aveva notato alcuni cambiamenti in lei che erano originati dalle vicissitudini a scuola. La piccolina avrebbe anche rivelato di aver avuto le “botte” dalla maestra. Stando ai retroscena dell’inchiesta, le intercettazioni ascoltate dall’aula sono davvero raccapriccianti.

Botte ai bambini dell’asilo, maestra agli arresti domiciliari. Retroscena da brividi: le intercettazioni

La maestra di 46 anni avrebbe avuto continuamente atteggiamenti aggressivi e trascorreva gran parte del tempo in classe stando al telefono.

Asilo matite

Asilo (foto Pixabay)Le intercettazioni dei carabinieri sono davvero raccapriccianti. “Oggi ti frustro, ti faccio male”, “Vi taglio la lingua con un coltello”, “Ti metto un tappo in bocca e poi ti mando a casa”, “Puoi piangere quanto vuoi, non mi interessa. Se non vieni a scuola è meglio”, “Adesso ti do un pugno in testa”: queste sono solo alcune delle frasi pronunciate dalla donna di 46 anni.

L’indagata è stata anche protagonista di violenze, frustrando i bimbi con guanti di lattice e umiliandoli con tirate di orecchie, schiaffi e pugni. Le violenze erano continue: praticamente ogni giorno si verificavano. Il Gip di Termini Imerese nell’ordinanza di custodia cautelare l’ha definita come “un soggetto fuori dal controllo”.

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L’indagata, già in passato, era finita sotto processo per maltrattamenti nei confronti di alcuni alunni di una scuola di Prizzi: all’epoca era stata però del tutto scagionata. La classe in cui sono accaduti i nuovi fatti era composta da appena 5 bambini: a causa dell’emergenza sanitaria, diverse mamme avevano preferito di non mandare in classe i propri figlioletti.

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